Frase del giorno, et alter.

scritto da sanfedista il 30 ottobre 2012,14:49

Non è mia ma è di un mio illustre concittadino.

“La gratitudine è il sentimento della vigilia.”

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Io sono un grande appassionato, tra gli altri, di David Bowie. Però non mi capacito come il duca bianco abbia potuto sottostare all’orrore di cantare il suo capolavoro Space Oddity in italiano, con parole di Mogol.
La canzone si intitola “Ragazzo solo, ragazza sola”. E il testo è davvero orrendo e travisa assolutamente lo splendido senso dell’originale. In successione la versione in italiano, e quella – primigenia e splendida – in inglese.

 

 

 

 

 

 

Una telefonata mi ricorda una cosa

scritto da sanfedista il 24 ottobre 2012,19:22

Mi chiama il mio ex collega di lavoro, dicendomi, “hai visto cosa è successo alla Novartis? Hanno ritirato 6 milioni di vaccini. Fossimo stati ancora a lavorare – nel nostro ufficio stampa di una multinazionale concorrente alla Novartis – sai che media monitoring? Sai che emergenze, che question and answer per i giornalisti, sai quanti comunicati da scrivere informando che il nostro vaccino poteva sopperire le mancanze dell’altro? Ah sarebbe stato davvero un pomeriggio pieno.

Tutto questo detto senza malinconia, con ironia, con un po’ di voce alla Bombolo, giusto per calcare l’assurdo. No, però, forse una minima puntina di malinconia affogata nell’ilarità c’era, ma non è questo il punto.

Questa telefonata mi ha riportato alla memoria un episodio che mi occorse qualche anno fa.

La domenica solitamente vado a pranzo da mia nonna, parcheggio sempre lo scooter nel viale privato. L’ho posizionato per anni di fronte un vecchio maggiolone bianco, appartenente alla buonanima del sig. De Chiara. Il suddetto era stato per molti anni cronista alla Rai di Napoli. Fu per la verità uno dei primi cronisti della Rai.
Una volta, l’ennesima volta che lo parcheggiai, il sig. De Chiara si affacciò chiedendomi di spostare il motorino. Non lo avevo parcheggiato male. Certo la presenza dello scooter avrebbe reso la manovra dell’auto un pochino più laboriosa, ma tanto quell’auto era praticamente ferma da secoli. Chiesi allora perchè dovessi spostare il mezzo. Lui mi guardò e mi disse: “beh se mi dovessero improvvisamente chiamare dalla Rai per una qualche emergenza, per un qualche eccidio – disse proprio eccidio – io dovrei uscire rapidamente, senza perdere tempo”. Il sig. De Chiara era in pensione da circa 15 anni avendo ormai ben valicato la soglia degli  ottanta. Io spostai il motorino perchè provai una gran tenerezza.

E’ un’iperbole, le situazioni, credo, siano davvero differenti ma l’intima sostanza non cambia. 

 

Light Cavalry Overture – Suppe

scritto da sanfedista il 22 ottobre 2012,18:58

Scese correndo la prima rampa di scale, prima a due gradini alla volta, poi a tre ed infine con balzi scoordinati a quattro.
Ogni volta sembrava dovesse inciampare e rompersi le ossa. Il piano terra era vicino. L’ultima rampa. Il rumore dei suoi balzi era diventato ritmico. Rumore, silenzio, rumore. Rumore, silenzio, rumore. Rumore, silenzio, rumore. Il portone. Doveva apparirgli come ad un’anima corrotta appaiono le porte dell’eden. Inaspettato ma meraviglioso. Anche questa volta c’era riuscito. Buio fuori e nessuno che lo inseguiva. Il segreto della vita nei gesti voluti ma non necessari. Una capra se non c’è un lupo non fugge.

 

 

 

 

 

 

L’Orgoglio del Capitalismo (e delle vecchiette)

scritto da sanfedista il 12 ottobre 2012,13:52

In questo periodo di pausa obbligata (sono alla ricerca di una ricollocazione professionale) mi dedico ad attività da pensionati. Curo il mio basilico sul balcone finchè il tempo me lo consente, cucino – ieri ho preparato un pollo impanato al curry con noci e pomodori secchi tritati e vino bianco – riparo l’auto – ho comprato e sostituito il fanale posteriore – ascolto musica jazz, classica e David Bowie – nello specifico la canzone TIME a nastro -. Mi informo sul tempo e do buoni consigli su come vestirsi e se portare l’ombrello o meno. Ma sopratutto faccio la spesa. Ma non sciattamente come mio solito. Non spinto da basse pulsioni che vogliono assecondare le sollecitazioni del becero marketing. Faccio la spesa con la lista, sì con la lista. Cioè compro, latte, farina, frutta, pasta e tutti quei generi che i mentecatti chiamano “di prima necessità” e che fino a ieri per me erano “superfluo”. Mi si è aperto un mondo. Vedi la vita è bella proprio per questo. Le persone intelligenti cercano sempre di migliorarsi e capisco poi che i mentecatti non sono mentecatti, ma persone che hanno una lista. 

Ora a me le liste fanno abbastanza schifo. Ho una discreta memoria e sopratutto mi ricordo esattamente le cose che voglio. Quindi tendenzialmente non mi servirebbe una lista. Ma mi rendo conto che nella vita non ci sono solo le cose che si vogliono ma anche le cose che servono ed ecco che salta fuori l’utilità della lista. Cioè il Martini lo vuoi, la salsa al tabasco pure, le patatine San Carlo Grill anche, ma la passata no eppure è alla base di tutto ed allora pur non volendola la devo comprare e dato che non la desidero non me la ricorderei se non con una lista.

Ci sono però alcuni vantaggi della lista; su tutti gli occhi orgogliosi delle vecchiette che frequentano il supermercato alle 11 di mattina e che ti scrutano ammaliate. Le vedi che t’ammirano e vorrebbero anche loro un nipote così. Alto, bello e che fa la spesa con la lista proprio come loro, un giovane ma come loro! Non stanno nella pelle. Magari però il loro nipote lavora a differenza mia, ma le vecchie non ci pensano. I vecchi pensano solo alle cose immediate, giudicano d’impulso, d’altronde il tempo per grandi ragionamenti e speculazioni assolute non lo hanno, perchè non hanno più molto tempo. Non come me che rifletto su tutto e poi magari crepo domani e la vecchietta che incrocio sempre, quella con i capelli azzurrini, chiederà “ma che fine ha fatto quel giovane tanto distinto con la lista?”.
“E’ morto signora, circa un mese fa”

“Ah che disgrazia, mi scusi ma l’offerta volantino sui wurstel di pollo c’è ancora?” 

 

Giorgione Ritratto di vecchia, cm. 68 x 59, Gallerie dell’Accademia, Venezia

 

 

 

 

 

scritto da sanfedista il 8 ottobre 2012,13:06

 

tra un passo e un altro
che compio
mi ritrovo nel silenzio
dove c’è per me
il vero movimento

ancor prima di appoggiare
la punta al suolo
ho già volato avanti
per giorni
e nell’infinito muto
galleggio rapido
e gli spazi si contano
in passi da spendere
dove lo spostamento sta
nell’attesa del cammino 

 

 

 

Gustave Caillebotte (1848-1894)
I piallatori di parquet
1875
Olio su tela
Cm 102 x 146,5

 

 

 

 

 

 

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frase del giorno

scritto da sanfedista il 2 ottobre 2012,16:25

 

 

 

 

 

ibis redibis non morieris in bello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’importanza di mangiare pastelli

scritto da sanfedista il 28 settembre 2012,00:25

Ero in Nuova Zelanda qualche anno fa. Avevo un amico indiano. Wasseem Parker. In realtà si chiamava Parkaar, solo che lo inglesizzava perchè faceva più British Empire. Una sera bevevamo una birra tutti insieme in giardino. Il sole tramontava e lui si alzò e andò via rapidamente. Gli chiesi perchè. Lui rispose che gli indiani non guardano mai il sole tramontare perchè non è di buon augurio. “Bella cazzata!”, pensai.

Noi europei siamo eurocentrici, un popolo blasè, cinico ma molto compassionevole che ritiene che le convenzioni differenti dalle nostre siano semplicemente inadeguate o, peggio, rozze o ridicole. E quando invece non lo pensiamo è perchè siamo radical, etnomaniaci e fintamente sciovinisti, che poi diciamocelo la cucina etiope la mangiamo solo noi, che in Etiopia si muoiono di fame.

Questo solo perchè abbiamo inventato la democrazia, il concetto moderno di impero, le infrastrutture di massa. I divertimenti, gli sport, l’illuminismo, la musica pop, il rock, la musica classica, l’impressionismo, la filosofia, il comunismo e il fascismo. Noi europei siamo ancora fortemente legati alle questioni di principio, contrari alla pena di morte, i più sostenibili del pianeta, con le nostre auto euro 5 e poi 6 e 7. Noi abbiamo tirato su il concetto moderno di città e dei mobili componibili. I sindacati e il ’68. Siamo quelli che hanno dato il nome ai paesi del mondo. Tu ti chiamerai America, tu invece Jamaica, tu Liberia o Arabia…Ci siamo arrogati il diritto di fare il calendario del mondo e decidere le ore dei paesi ma anche fissare le misure. Il metro, la iarda o il miglio. Siamo gli unici a cui davvero interessa dell’effetto serra e dello scioglimento dei ghiacciai, noi e qualche americano hippy deriso dai più che crede pure che il 21 dicembre finisce il mondo.

Beh io credo fermamente che a furia di evolverci siamo invecchiati prima. A furia di sopportare il peso del globo come Atlante, siamo finiti con la schiena rotta e sulla sedia a rotelle. Ci chiamano colonizzatori, ma siamo le vittime del nostro crimine. A furia di fare i maestrini saccenti, a furia di prendere il tè alle 5 pm, a furia di esportare pizza o caffè ristretto, abbiamo fatto la fine di quelle mamme nordamericane: top manager, eccellenti cuoche di torte per la gara dei bambini, sempre sorridenti e depresse. L’antidoto, o la soluzione, non c’è, anche perchè chi scrive è un europeo e quindi non riesce a vedere modelli validi oltre il proprio continente, ma sento, ho la percezione, che ci sia qualcosa di errato. Non mi piacciono i primi della classe perchè sono quelli che finiscono prima di tutti e, quando buoni, ti aiutano con i compiti sopratutto se sei magari un po’ ritardato. Siamo quelli che troviamo commuovente un tramonto ma siamo anche sempre consapevoli che è un fenomeno astronomico. Siamo top manager e prepariamo ottime torte. Indossiamo il casco per andare in bici e il giubbottino catarifrangente quando foriamo. Ma vi rendete conto? Ma di cosa vogliamo morire? Siamo così arroganti che vogliamo essere eterni. Bombardati come siamo da campagne contro il fumo, l’alcool, la droga, il melanoma, il tumore al polmone, abbiamo lo yogurt contro l’osteoporosi, la regolarità intestinale e le difese immunitarie. Ma di cosa vogliamo morire noi europei? Con i nostri piani vaccinali e i nostri 100 airbag? Con i nostri parafulmini e i limiti di velocità. Con l’alimentazione corretta e il giusto apporto di sali minerali. Con i nostri aerei sempre più sicuri e le nostre case finalmente libere dagli incidenti domestici? Ci siamo montati la testa. E Dio o chi per lui ci punirà. E’ così. Nessuno l’ha fatta franca così a lungo come noi.

Perchè se, come si dice, c’è un po’ di Dio in ognuno di noi, beh la parte di Dio che è in me mi dice che i primi della classe sono insopportabili e che alle volte meritano di essere presi a pedate e cacciati dall’aula, con un applauso sentito e scomposto dei ritardati che finalmente liberi potranno ricominciare a mangiare sereni e avidi pastelli a cera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Napoli ha 52 santi patroni

scritto da sanfedista il 25 settembre 2012,12:26

Napoli ha 52 santi patroni. 52 anime sante che dovrebbero sovrintendere il corretto funzionamento della città. L’unica città che solo lontanamente si avvicina a questo numero è Venezia con 25 patroni. San Gennaro quindi è in ottima compagnia. San Gennaro fu scelto come patrono principale in seguito a un’eruzione del Vesuvio e annessa carestia. Il santo patrono preferito all’epoca era Sant Agrippino. Durante l’eruzione i fedeli quindi chiesero l’intercessione al Santo. Con scarsi esiti; il Vesuvio continuò nella sua opera distruttrice come e più di prima. Allora alcune pie donne si rivolsero in segreto a San Gennaro. Di lì a poco il vulcano tacette. La notizia volò di bocca in bocca ed allora la gente in tumulto in pochi istanti allora mandò in pensione il vecchio patrono e si votò a San Gennaro, con beneplacito della curia . Ancora oggi il santo è rappresentato con la mano verso il Vesuvio intento a fermare la lava per proteggere i cittadini. Che città pazzesca. Di Seguito la lista dei santi patroni:

  1. San Gennaro
  2. San Tommaso d’Aquino
  3. Sant’Andrea Avellino (1622)
  4. Santa Patrizia Vergine (1625)
  5. San Francesco di Paola (1625)
  6. San Domenico di Guzman (1641)
  7. San Giacomo della Marca (1647)
  8. Sant’Antonio di Padova (1650)
  9. San Francesco Saverio (1654)
  10. Santa Teresa d’Avila (1664)
  11. San Filippo Neri (1668)
  12. San Gaetano di Thiene (1671)
  13. Sant’Agnello abate (1671)
  14. San Severo Vescovo di Napoli (1673)
  15. Sant’Agrippino Vescovo di Napoli (1673)
  16. Sant’Aspreno primo Vescovo di Napoli (1673)
  17. Sant’Eufebio Vescovo di Napoli (1673)
  18. Sant’Atanasio Vescovo di Napoli (1673)
  19. San Nicola di Bari (1675)
  20. San Gregorio Armeno Vescovo e Martire (1676)
  21. Santa Chiara d’Assisi (1689)
  22. San Biagio Vescovo e Martire (1690)
  23. San Pietro da Verona (1690)
  24. San Giuseppe sposo di Maria Vergine (1690)
  25. San Michele Arcangelo (1691)
  26. San Francesco d’Assisi (1691)
  27. Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (1692)
  28. San Giovanni Battista (1695)
  29. San Francesco Borgia (1695)
  30. Santa Candida Iuniore (1699)
  31. Santa Maria Egiziaca (1699)
  32. Sant’Antonio abate (1707)
  33. Sant’Ignazio di Loyola (1751)
  34. Santa Maria Maddalena (1757)
  35. Santa Irene Vergine e Martire (1760)
  36. Sant’Emidio Vescovo e Martire (1760)
  37. San Raffaele Arcangelo (1797)
  38. Sant’Anna madre di Maria Vergine (1805)
  39. San Luigi Gonzaga (1835)
  40. Sant’Agostino Vescovo e Dottore della Chiesa (1835)
  41. San Vincenzo Ferrer (1838)
  42. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1840)
  43. San Francesco Caracciolo (1843)
  44. San Giovan Giuseppe della Croce (1845)
  45. San Pasquale Baylon (1845)
  46. San Francesco di Geronimo (1845)
  47. San Rocco (1856)
  48. San Gioacchino padre di Maria Vergine (1895)
  49. Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe (1901)
  50. Santa Lucia vergine e martire (1903)
  51. Santa Geltrude (1927)
  52. Santa Rita da Cascia (1928)
 
…più impegno ragazzi, e che cazzo!
 
 

                                                                                                             Duomo di Napoli

 

 

 

 

 

 

 

parole invisibili

scritto da sanfedista il 19 settembre 2012,16:46

 

 

 

La parte per il      , continuava a ripetersi. Si doveva concentrare sul foglio pieno di scritte, con il bianchetto che non           abbastanza, ed allora potevano ancora intravedersi pensieri cassati perchè troppo veri o pericolosi. Di tutto   di più saltava fuori dal cassetto della memoria, ma anche tutto si nasconde come un Houdinì che          in una cassa per non riapparire più o riapparire altrove con sommo stupore della gente.      quando fuori piove, le carte che mescolate producono infinite complicazioni e la mano giusta proprio non arriva.     soluzione non c’era, o meglio c’è n’erano infinite che è uguale a dire nessuna. Si sarebbe quindi dovuto affidare al caso, magari con testa o croce, ma non aveva neppure una        nelle tasche. Ancora più difficile quindi. In mezzo a tanto rumore non riusciva a concentrarsi, il treno, l’autobus alla fermata, come è vero che il silenzio è      . Ripeteva al cuore: “lo farai     tu lo voglia o no”. Ma dal petto nessuna risposta, anarchia pura, ma un’anarchia silenziosa, stranamente non rivoluzionaria, un’anarchia passiva e bianca. Il ghiaccio nei bicchieri sembrava un iceberg, ed il pensiero         .  quell’istante il cielo appariva così basso da potergli tirare un pomodoro contro e sporcarlo di rosso, le onde del      invece erano lontane e quasi sembrava che dalla spiaggia s’infrangessero a largo e non il contrario.

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Frase del giorno

scritto da sanfedista il 18 settembre 2012,11:37

 

 

 

 

 

L’Eristica è la mia nuova filosofia preferita.