Trecentomila padani pronti…che terrore…

scritto da Sanfedista il 29 aprile 2008,20:14

Scusatemi per gli errori di battitura che certamente verranno, ma le mie meridionalissime dita sono contorte dal terrore scaturito dalle parole dell’on.U.Bossi.

Il senatore ha minacciato che "o si fa il federalismo oppure si mobilitano 300mila martiri".

Non ci bastavano i mille di Garibaldi ora abbiamo i trecentomila di Bossi. Che devono sentire le mie lise orecchie dopo una giornata di lavoro. Bene definiamo la cosa.

Alla camera non passa il federalismo: Bossi abbandona l’aula, alza il telefono e mobilita le F.C.P. (forze contadine padane) che con Borghezio vestito come il Napoleone che valica le Alpi di David muove verso il Rubicone pronunciando "ALLELUIA IACTUS ESTTT" il latino non è per lui, lo temevamo. Ai primi spari della polizia terrona e ladrona, muovono dal veneto le truppe dei ragionieri e dei cummenda, armati di pericolosissime porsche cayenne in leasing arrivati a barberino del mugello, dopo sosta per caricare mignottone da paura, decidono di dare addosso ad una pattuglia della finanza, nemica giurata da sempre.

Calderoli, luogotenente generale, alla guida di alcuni padanissimi aerei, armati di fertilizzanti per risaie fa rotta verso la Campania "Esportiamo la Democrazia" in delirio generale si dimentica che per volare serve il brevetto e si schianta fragorosamente sul "Cascinale Merengotti, all’altezza di Trezzano d’Adda", non sapendo cosa fare ruba un trattore e va a mignotte.

La tensione è palpabile le agenzie stampa battono notizie ogni minuto, la serenissima repubblica veneziana issa lo stendardo e scongela il doge, a p.zza san marco per la gioia si bruciano un paio di mori, giusto per felicità.

Il veneto è in giubilo, falò di immigrati rallegrano le strade, mentre in Treviso un leghista della prima ora si sposa finalmente con la cugina.

Le risaie vengono allagate per fermare le contromosse, ma il Po è in secca causa ditte padane ed allora non se ne fa più nulla.

I trecentomila marciano instancabili verso Roma, il vaticano chiude le frontiere, e i carabinieri sono in allarme, ad un tratto uno dei trecentomila all’altezza di frascati, in segno di disprezzo piscia in un fiasco di vino dei Castelli e poi beve, tutti gli danno del pirla ma poi lo imitano.

I trecentomila alticci arrivano all’autogrill mascherone nord, lo stato Italiano ha la contromossa: 300mila mignottazze! I leghisti cascano nella trappola…in realtà si tratta di terribili integralisti islamici che appena hanno la meglio dei leghisti li scuoiano e con le loro flaccide e bianchicce pelli padane ne fanno tamburi, che generano un pessimo suono ma saranno comunque venduti da alcuni napoletani come "Originali Tamburi STRADIVARI" in tutto il mondo.

Il peggio è passato…

O FORSE NO?

Italia al Voto. Fatti divertenti

scritto da Sanfedista il 13 aprile 2008,20:49
Commento di alcune notizie apparse sul sito di Repubblica:
12:38

Contŭbernālis!

scritto da Sanfedista il 18 febbraio 2008,13:29

De Chirico, Incertezza.

Il titolo l’ho messo al vocativo, per chi ha fatto gli studi classici traduca all’impronta, per chi conosce Seneca pure, i rimanenti non destano in me alcun interesse, quindi possono tranquillamente deviare verso il blog di "Amici di M.De Filippi".

Bene siamo rimasti noi, noi pochi.

L’argomento è aspro, le prossime future elezioni. Siamo alle soglie della campagna elettorale, una campagna che vede una fiamma spenta in un azzurro mare da un lato e dall’altro un finto americano che assume sempre più movenze da afro-americano in corsa per le presidenziali.

Eschilo non avrebbe potuto fare di peggio. Il buon Sanfedista si accingerà ad esprimere la preferenza, fino al cambio di forma di governo ci dobbiamo accontentare di questi mezzi, ma il momento per noi è drammatico.

Su chi apporremo la croce? "In tempi men leggiadri e più feroci si apponevano i ladri sulle croci, in tempi men feroci e più leggiadri si appongono le croci sopra i ladri".

A chi possiamo dare la nostra preferenza? Certo un sinistra bis, se pur mondata e cattolica, non possiamo consentirla, ma la destra ora cos’è? Una dc che guarda a destra! Il centro poi puzza come al solito di palude e siamo troppo giovini per impantanarci, allora? Non se ne esce amici. Io avevo pensato alla destra sociale, non quella picchiaiola ma chi la rappresenta? Ed il voto comunque non andrebbe perduto come il profumo dello zenzero in una fucina?

Illuminiamoci. Stabiliamo chi dovrà essere il nostro referente.

L’astensione la escludo.

Il tarlo mi rode la mente.

Magritte, la memoria.

Catene e blatte.

scritto da Sanfedista il 16 gennaio 2008,14:42

La paura delle catene sta facendo convergere tutte le forze politiche verso don Clemente.

Amarezza per le parole di supporto provenienti dalla cdl, le delusioni che mi regalano sono ormai prossime allo sconforto. Berlusconi, Casini e Fini, una trimurtide che allineata e coperta serra i ranghi contro il provvidenziale operato della magistratura. La maggioranza non la commento, non mi va di rielencare gli infiniti problemi che l’affliggono e che sono dal primo momento sotto gli occhi di tutti.

Stamane il ministro, neanche fosse una damina della misericordia, con la voce rotta dal pianto ha sferrato il suo coupe de theatre, ha puntato sulla famiglia, sull’unità del desco. Quasi piangeva; quasi piangevo io quando hanno rapinato la mia migliore amica e il galantuomo era fresco di indulto, quasi piangevo io quando ho visto monti di merda oscurare il sole, quando per anni il secondo partito della Campania nulla faceva per la regione, nulla; quasi piangevo quando un ministro della giustizia attaccava i magistarti per difendersi…

Vado oltre.

L’udeur in Campania gestisce una amplissima fetta di voti, è il secondo paritito della regione.

L’udeur a mio modesto parere è uno stato medievale, ben suddiviso in vassallaggi. Il partito del Ministro (ex, speriamo), è un caravan serraglio di clientelismi, collusioni e gestioni personalistiche di un territorio che si ritiene essere la estensione del propio salotto. La corruzione nella mia regione è a livelli allarmanti, il sistema di bustarelle trova lo sfogo in una serie di appalti truccati.

Come si trucca un appalto? Bene, l’amministrazione X indice gara pubblica per la gestione delle gelaterie litoranee, pone il "vincolo progettuale", cioè nomina una commissione che analizzerà i vari proggetti e premierà quello migliore. La commissione ovviamente sarà formata da amici di amici e l’appalto andrà a chi è il più amico di tutti. Niente offerte al ribasso, niente certificazioni, niente che possa garantire una qualche trasparenza.

Il compito della magistratura spero sia solo agli inizi, poca luce in tanto spazio; spero che giungano prima degli arresti le dimissioni, anche se l’ipotesi è lata: un parcheggiatore abusivo mi ha confessato stamattina:"Avvocà, si Bassolin se ne va’ o’sparan". Evidentemente il legame è forte e la posta in gioco è massima, si può solo rilanciare, il tavolo non può essere abbandonato.

Extra omnes! Partiamo da Mastella.

scritto da Sanfedista il ,11:30

Faccio un intervento rapido quanto, per questo blog, inusuale. Ma la trepidazione è tanta ed il sorriso incontenibile.

Mastella, il gran muftì del paludismo politico, si è dimesso. Hanno arrestato Donna Lonardo, la moglie.

Non so se il governo cadrà, non so se la magistratura sta preparando un colpo di Stato, non so se Mastella è vittima di un complotto o carnefice di una nazione.

So solo che oggi allo studio il caffe lo offro io e tutti sospetteranno il perchè.

Mi riservo di trattare la cosa in un intervento più approfondito e alla luce di tutte le dichiarazioni.

Dovere è potere.

scritto da Sanfedista il 9 gennaio 2008,15:31

Quando continuando a camminare lungo il sentiero lamellato d’oro giungerai finalmente a Lui ti renderai conto che il percorso a nulla è valso.

Te lo diceva la mamma:"non ne caverai nulla di buono". Ma tu non le davi ascolto. "Non mi interessa", pensavi. Ehehe, il menefrego, però, è fatto per uomini di altra pasta.

Piede dopo piede e passo dopo passo il tuo glorioso miglio veniva alla luce. Le uscite di sicurezza avevano la lampadina fulminata e nel fumo non trovavi la via brillante. Come un ciondolo sopra l’oscuro non riuscivi nemmeno a leggere le didascalie dell’anima, le istruzioni erano complicate e la cautela non t’appartiene. La voracita nella grotta premia. Questo ti ripetevi. L’ossessione si era fatta passione, in una caravan serraglio le catene non sono lasche, ma coi polsi consumati le mani non fanno male, e se i legamenti sono forti si sopporta anche un consiglio corretto, per quanto male possa fare.

Lungo la strada, prendedo la scorciatoia, si incontrano i visi conosciuti, i viandanti, li ammaliasti e da quel giorno ti seguono ancora. I ratti serrano la solidarietà quando si tratta di desinare, tu imparasti da loro.

Comandante di un esercito fatto con le tue forze, costruito come un labirinto, con la perizia di Dedalo e la immaginazione del Notaio Ciappelletto. Sollevarti dal magma che incide le nostre terre, sorridere come se si fosse sempre statua da presepe.

Governare il tuo drammatico impero, il tuo premio, il frutto del tuo volere. Se non si leggono le istruzioni però l’impero si consegna alla Patria bagnato di sconfitta e disprezzo.

"Volere è potere, un passo dopo l’altro, volere è potere, che me ne faccio dei consigli." Te lo ripetevi nelle lunghe notti in cui la democrazia marcia ti consegnava la forza; muovevi un popolo, eri il fulmine che cadde quella notte sul corpo del mostro.

Se avessi avuto cautela avresti forse trovato il tuo Oz, uomo di latta, e con esso l’orologio. Leggendo le parti piccole, avresti forse capito che in realtà la visione corretta della vita pubblica è Dovere è potere.

Ora scappano anche i topi dalle fiamme ed è tardi per il tuo "I’m sorry mama".

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Pena di morte.

scritto da Sanfedista il 18 dicembre 2007,18:52

E’ di pochi istanti fa la notizia che il pittoresco e tranquillizante carrozzone delle Nazioni Unite ha approvato la moratoria sulla pena di morte.

Non ho mai amato la pena di morte. Non ho mai pensato potesse essere una soluzione. Le questioni che supportano le mie convinzioni sono essenzialmente due: quella morale, marginalissima, e quella, più consistente, funzionale.

Le questioni morali sono dettate da una generica etica "cavalleresca"; con la pena di morte si uccide ad armi impari e questo uno Stato non può farlo se non perchè drammaticamente minacciato.

In guerra si uccide per salvaguardare, si uccide poichè sarebbe irrealizzabile una detenzione massiccia. Ma questo è un altro discorso.

Tornando a bomba sull’argomento, mi dilungo nel motivare perchè la pena di morte non garantisce la funzionalità. La pena di morte non credo sia satisfattoria nei confronti delle vittime, sono morte, ma asseconderebbe un rabbioso spirito dei familiari: lo Stato deve garantire ordine, non vendetta. La pena capitale, inoltre, non attua alcuna forma di rieducazione, badate, uso il termine "rieducazione" che prescinde da un eventuale reinserimento, perchè com’è strutturata consente al detenuto di trovare, paradossalmente, nella morte quasi una sorta di liberazione dalla drammatica ripetività della vita in cella.

La soluzione è una: i lavori forzati.

I miei studi giuridici mi hanno portato alla conclusione che un soggetto nel momento in cui compie un crimine contrae un debito con la società. L’unico metodo per ripagare un debito è con il lavoro. Credo sarebbe più satisfattorio e funzionale imporre al detenuto, che si è macchiato di un crimine, un dato periodo di lavoro obbligato. Il periodo sarebbe commisurato alla gravità del reato, si andrebbe, così, dai pochi mesi all’intera esistenza.

Le famiglie troverebbero certamente una maggiore soddisfazione nel pensare che colui che le ha offese, per il resto della sua vita, dovrà alzarsi alle 5 del mattino e spaccarsi la schiena fino alle 5 della sera, senza alcuna possibilità di sconto. In Italia abbiamo risorse non sfruttabili a causa del costo, elevato, della manodopera; bene, si potrebbero impiegare i detenuti; lavorerebbero in miniera, alla manutenzione stradale, alla bonifica ambientale e via dicendo.

Il detenuto, d’altrocanto potrebbe nel lavoro trovare una consapevolezza e, forse, una redenzione, sarebbe, così, meglio rieducato. Crollerebbero, poi, i costi per il mantenimento dei carcerati, poichè verrebbero finanziati con il lavoro dei detenuti stessi. Insomma la certezza del lavoro: faticoso, massacrante, ma sacro per definizione, servirebbe molto di più al sistema che una prosepttiva di morte per iniezione letale.

Temo però che il solo pronunciare "lavori forzati" faccia saltare sulla sedia parte della politica italiana, che per rieducazione intende "permesso premio" e per reinserimento "indulto".  Amarezza finale.

 

Ci mancavano i Simpson.

scritto da Sanfedista il 13 dicembre 2007,21:09

Premetto che ritengo che i Simpson siano una meravigliosa boccata d’aria. Premetto che i Simpson siano a loro modo un lampo di genio.

Stavolta però la TV l’ha fatta grossa, troppo. La cosa è passata inosservata ma la scelta di Mediaset di programmare i Simpson alle venti è il colpo finale. Per chi? direte voi. Per gli adolescenti, che se prima rischiavano di seguire un telegiornale adesso sono spacciati. Continua l’instupidimento da parte dello Stato "democratico" nei confronti dei suoi cittadini. Mettere i Simpson alle venti significa distogliere parte, una grande parte, della fascia di pubblico in età formativa dai notiziari. Avremo sempre di più giovani assorbiti dall’effimero e privi di una reale percezione del mondo. La cosa forse può sembrare ridicola: i Simpson affondano la meglio gioventù. Non avrei mai sognato di poterlo scrivere, ma ormai non mi stupisco più di me perchè non mi stupisco più del mio Paese e delle scelte che vengono operate e lasciate correre.

Rileggo quello che scrivo. Mi sento un drammatico e vecchio censore…vi tranquillizzo, non sono nè vecchio (198X) nè censore.

Nota di colore; stasera per cena: scampi ed una bottiglia di Alto Adige Riesling Renano, mezz’ora di essenziale vanità culinaria. 

La Democrazia, fallimento.

scritto da Sanfedista il 12 dicembre 2007,14:05

"Lasciate che la gente creda di governare e sarà governata". W. Penn, primo amministratore della PENNsylvania, fondatore di Filadelfia ed ispiratore della Costituzione Statunitense.

Se scrivessi solo questo avrei spiegato il fenomeno.

La democriazia è oggi a tutti gli effetti una sorta di dittatura, ma non ha della dittatura la rapidità di esecuzione dei dispositivi e la certezza di chi detiene il potere. La democrazia oggi è una dittatura dei consumi; sappiamo quando e come dobbiamo comprare, abbiamo una tredicesima da spendere in un prefissato periodo dell’anno, abbiamo degli periodi, socialmente obbligati, per le vacanze.

Fare la democrazia ci costa perchè essere eletti costa, dobbiamo avere soldi per giungere in parlamento. In America, che è da sempre quello che saremo noi dopo 20 anni, bisogna farsi finanziare la campagna elettorale trovando partner economici; una volta eletti bisognerà rispondere a loro per primi. Chi detiene allora il potere? I mezzi di produzione, quelli che poi ci obbligheranno a consumare.

La democrazia ha fallito, perlomeno in gran parte dell’occidente, perchè è quasi impossibile nel 2007 nascere povero e diventare ricco; era possibile forse 30 anni fa, oggi no. Le classi sono sempre più definite e per emergere il merito non basta, anzi meno domande ti poni più sei comodo e fai carriera. La democrazia in Italia porta avanti una meritocrazia inversa, si premia chi non emerge chi non propone idee ma fa il portavoce di qualcuno.

La democrazia in Italia non esiste, perchè c’è immobilismo sociale ma anche distanza tra gli elettori ed i rappresentanti.

Il rappresentante in democrazia dovrebbe sentire fortissime su di lui responsabilità e dovrebbe chiamare "onorevoli" gli elettori. In Italia ci si relaziona ai rappresentanti con ossequio, timore reverenziale, sottomissione, proprio come accadeva in epoca feudale.

In Italia la democrazia ha fallito perchè la televisione ci costringe lentamente a smettere di pensare per poter essere più facilmente gestibili. La nostra vita ha un prezzo, vale di più tra le 20 e le 22, perchè ci hanno insegnato che a quell’ora dobbiamo stare davanti alla tv. Ci hanno addestrati così bene che sono sicuri che compreremo qualsiasi cosa ci proporranno, lo facciamo.

In Italia la democrazia non esiste perchè i giornalisti non fanno una seconda domanda, fanno la prima e poi lasciano scorrere il comizio. L’editoria non è indipendente, proprio come nella dittatura, ma si finge che ci sia il pluralismo. Un po’ come nella russia sovietica dove a mosca c’erano due giornali, di cui uno non diceva la verità e l’altro la diceva ma raccontava fatti di nessun peso. Bene in Italia abbiamo due blocchi che dicono solo verità addomesticate.

La democrazia ha fallito perchè le minoranze contano di più della maggioranza, con il falso mito della tutela siamo in pugno di tassisti, notai, camionisti, assicurazioni, mussulmani e via dicendo. E’ un meccanismo inceppato che limita ogni tipo di riforma per tutelare una parte minoritaria ma preziosa latrice di voti. In dittatura non v’è il problema del voto quindi si può ragionare più facilmente per il benessere della maggioranza.

Non c’è libertà perchè non siamo liberi di comprare un’auto senza un antifurto, circolare liberamente nelle nostre città a qualsiasi ora. Non c’è libertà perchè questa democrazia non garantisce la sicurezza. Si preferisce premiare i colpevoli, tanto gli innocenti sono persone tranquille e non contano un cazzo.

La democrazia genera mostri; gli italiani, in massima parte non meritano il diritto di voto, perchè se si chiede ad un adolescente di parlare di Ideali finirà per parlare di soldi o calcio. Questo è il frutto della scuola che ha tentato per anni di privare di critica i soggetti. Le ideologie sono state combattute utilizzando l’arma del terrorismo.  Abbiamo avuto gli anni di piombo in cui lo Stato democratico ha distrutto gli ideali, trasformandoli in pericolosi veicoli di guerriglia. Non a caso dopo gli ani settanta sono arrivati gli ottanta, la Milano da bere, lo yuppismo, il socialismo in bretelle e l’etica della Ferrari.

La democrazia è quanto di più ipocrita esista, si crede di poter decidere per il futuro della Nazione ma in raltà si è solo voti da estorcere, da indultare.

Il totalitarismo non promette libertà ne promette l’autodeterminazione, la cosa grave è che la democrazia lo promette ma non lo garantisce.

Amo il totalitarismo perchè sono una persona che odia chi mente, odia chi ha sempre una risposta su tutto e ne esce sempre pulito. Il totalitarismo non da risposte, il totalitarimo giunge a conclusioni e ti obbliga palesemente a seguirle. E’ il "palesemente" che amo, è la certezza di sapere che è così perchè c’è un dittatore, non sentirmi dire che è così perchè ci sono 315 senatori, 630 deputati e svariati consiglieri regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali da me eletti che cercheranno di fare il mio bene. Non ci credo, non è così. 

 La democrazia ha fallito perchè la democrazia è sempre aggettivata: è cristiana, è di sinistra, è popolare e via così; la democrazia è marketing è un DOC che si appone sull’etichetta per qualche voto in più, per tranquillizzare, per sedare, per dire: "tranquilli siamo democratici".

La democrazia ha fallito chi sostiene il contrario si faccia avanti, so come avere a che fare con chi mente…