follie d’autunno.

scritto da Sanfedista il 27 settembre 2008,20:33

Il mio trench mi sta davvero bene. Riesce a separarmi dal resto del mondo con una cortina beige che mi consente di piombare in un ovattata old England, dove il gentiluomo non indossa magliette, non gonfia oltremodo il suo corpo ed occupa lo spazio delicatamente.

Il fresco ci consente di riassumere vesti signorili.

Con il caldo vengono fuori le belle ragazze, con il freddo si fa la cernita dei gentiluomini. Se d’estate una camicia la può indossare anche un bifolco privo di un qualsiasi gusto, d’inverno il maglione con il collo a V pesa sulla bilancia più della felpa fosse anche di Dolce&Gabbana.

L’adagio è vecchio, i soldi non fanno il signore, ma è una di quelle cose che oggi bisognerebbe avere ben chiaro, quando la moda è lanciata da orridi programmi pomeridiani popolati da figuri dai compensi sporpositati, che dimostrano quanto la classe sia demodè, quanto la fatica puzzi e quanto l’ignoranza vinca.

Li attendo tutti. Con pantaloni a vita bassissima, mutande che fanno capolino ed improponibili automobili dai colori alla moda -ora va il bianco- li voglio gustare quest’inverno i maniaci della griffe.

Per il resto il Sanfedista resiste, cerca di rimanere ancora un po’in una corrosissima torre d’avorio a rappresentare la minoranza silenziosa, aggiungerei "benedettamente silenziosa".

Siamo alla conclusione: non apparire per differenziarsi, un tempo era il contrario, un tempo un semplicissimo abito grigio non sarebbe stato dirompente come oggi, anzi era esattamente il contrario. Quando Fortunato Depero -geniale futurista e disegnatore della bottiglia Campari- lanciò i suoi gilet sgargianti si capì subito cosa doveva indossare il dandy; oggi ci si rifugia  nel classico, non per snobbismo ma per noia da saturazione di esagerazione.

 

 

 

donne, decadentismo.

scritto da Sanfedista il 25 settembre 2008,23:25

Sono i pensieri che vengono con l’ultima sigaretta, quelli che superano il labirinto del cervello e resistono ai rumori dell’ultimo bus notturno, quelli puri, quelli che per stanchezza colgono la ragione nella confusione.

Io amo le donne, le amo con gran parte di me stesso, amo la loro forza, la loro vivacità nel ricominciare. La costanza con la quale addomesticano la loro ineffabile volubilità. Sono lo sguardo che Dio ha dato incerto osservando la terra. L’incompletezza alla quale si è trovato rimedio sconvolgendo tutto, il foglio sfuggito alla correzione. La frase che non torna ma non sai come concludere ed allora la lasci così.

Le mani delle donne ti cercano e tu pensi che abbiano bisogno di sicurezza, le afferri e realizzi in un battito che il calore proviene da loro ed allora ti tranquillizzi tu.

Amo le donne perchè la sera riescono a stare sveglie più di noi e le vedi illuminate da una luce, magari mentre fumano, magari mentre studiano in silenzio e pensi che sono matte, pensi che qualsiasi cosa che stanno facendo, o stanno pensando, potrebbe tranquillamente essere rimandata all’alba successiva; loro no, loro devono chiudere il cerchio. Allora le invidi, ti avvicini e cerchi di distrarle, provi ad infastidirle, solo che poi alla fine ti trovi a guardarle che ferme s’allontanano mentre tu vai a dormire con un sorriso.

Le donne sono così, il passo falso verso la salvezza, il puntino che non chiude il cerchio perfetto dell’uomo.

Le donne piangono senza motivo e s’innamorano delle loro idee; le donne cambiano le proprie idee quando si innamorano.

L’uomo no, l’uomo trova donne che amino le sue idee e piange solo quando perde.

Loro pensano bene a cosa desiderare, perchè potrebbe realizzarsi e non avendo contromosse pronte si trovano alle volte nude e in quel momento sono tue completamente. Noi non abbiamo il pudore della nudità, noi ci vediamo sempre senza vesti ed allora non temiamo nulla, non rischiamo perchè in fondo ci conosciamo meglio, perchè sappiamo nascondere non con i vestiti ma celiamo i nostri pensieri tra le pieghe della nostra pelle. Loro no, c’è un secondo in cui sai che lei ha deciso ed allora leggi tutto, assapori potere e perdi la testa. Ma il potere di emozionare è loro, amico mio, non è nostro…

Amo l’energia dell’ultimo respiro, amo la fragilità dell’istante di vetro, quello della prima crepa, quella che porterà all’irrimediabile frattura; la amo perchè penso che più è difficile recuperare più è delizioso ricominciare.

Il decadentismo è questo, vedere che il punto è stato superato e liberarsi quindi dalle responsabilità, poichè le tue azioni ormai non valgono più a nulla; il meccanismo è partito, puoi solo fermarti ed assaporare lo spettacolo, finalmente conoscendo l’epilogo e traendo così la perfezione dei dettagli.

Frédéric François Chopin, il mio cenacolo ideale pt XII

scritto da Sanfedista il 20 settembre 2008,01:03

1810-1849, compositore.

"Ogni difficoltà su cui si sorvola diventa un fantasma che turberà i nostri sonni"

"Tu sei per me la porta del Paradiso. Per te rinuncerei alla fama, al genio, ad ogni cosa"

"Chopin è così debole e timido da poter venir ferito persino dalla piega di una foglia di rosa" (George Sand su Chopin)

Era da un po’ che non invitavo nessuno a cena, un po’ per il mio trasferimento, un po’ perchè la casa doveva essere arredata, un po’perchè l’argenteria era da lustrare ed i cristalli non brillavano. Stasera ho chiamato lui: Fryderyk Franciszek Chopin, o alla francese come da titolo.

Tastiere e pianoforti hanno in comune il potere di riempire gli spazi,  a ciascuno il suo modo. Io stasera ne avevo bisogno del maledetto polacco, perchè mancava solo lui per riempire la sala con la musica mentre la mia anima andava colmandosi di dolcissimi pensieri. Finisco a scrivere in "romantico", sarà che mi contamino con le sue note che passano mentre scrivo, che la tastiera è un po’ pianoforte, a quest’ora dove l’immaginazione è lecita e spinge sempre di più verso il sonno, che vuole liberarsi per viveve quella metà che spetta al "vorrei".

Chopin scriveva musica nel tempo che avanzava alla sua malinconia, al suo amore per George Sand (a dispetto del nome una meravigliosa artista), Chopin fu uomo così combattuto che il suo corpo dorme a Parigi ed il suo cuore è racchiuso a Varsavia.

I notturni mi sembrano ora la scelta più indicata; è proprio buio fuori e la pioggia sferza sul golfo; sì i notturni, credo che ascolterò proprio quelli, aspetto solo che finisca il valzer minuto e poi davvero raggiungo il sonno, davvero.

la frase del giorno 2

scritto da Sanfedista il 19 settembre 2008,18:34

Versione per l’uomo.

…la coerenza è la virtù dei vili…

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la frase del giorno

scritto da Sanfedista il ,17:08

…la donna più bella è quella coerente con se stessa…

© DissociataMente fecit (eh eh eh)

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latinismi

scritto da Sanfedista il 16 settembre 2008,21:54

…amantes amentes…

incerto, de rerum natura, Tito Lucrezio Caro.

Significa "la follia degli amanti", c’è forse pazzia migliore? c’è forse follia più dolce alla quale abbandonarsi, torpore più pieno? Stupore più vero, scossa, calore, barcollare, tremare, guardare con occhi nuovi i vecchi progetti e trovarli vuoti senza alcun senso, senza cogliere la ragione di quello che ti aveva spinto prima di impazzire d’amore? essere semplicemente condotti dove non sappiamo…riposarsi e non pensare che alla follia…

 

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Bingo!

scritto da Sanfedista il 14 settembre 2008,22:50

BINGO!!!

Sono contento che lo abbia fatto una persona che ogni giorno diventa per me più speciale, una persona che è entrata piano nella mia vita e che giorno dopo giorno finisce per essere sempre più indispensabile…

No, non ti voglio bene stai tranquilla…

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Gauloises vs John Player Special

scritto da Sanfedista il ,12:54

 

VS

Finirò per continuare a fumare Gauloises, ovviamente, ma una JPS ogni tanto è davvero fantastica…

FINIto.

scritto da Sanfedista il 13 settembre 2008,15:12

"I repubblichini stavano dalla parte sbagliata". G.Fini.

Apro le pagine gialle, cerco alla voce "onoranze funebri", prendo un indirizzo. Scendo prendo l’auto e vado in sede. Il titolare mi sembra persona cordiale, vado dritto al punto. Il catalogo delle lapidi è ampio, da quella classica in pietra tipo marmo a quella in marmo con venature nere ed incisioni in oro zecchino con due fioriere in bronzo, lumini e scultura di angelo ferito.

Decido per una sobria lapide in marmo bianco con incisoni in piombo, scrivo su di un pezzo di carta il nome e le date, firmo 3 moduli (vogliono tutelarsi da eventuali errori di battitura) e pago 595 euro. Mi dice di ripassare nel pomeriggio.

Alle 18 torno, ho indossato un abito scuro per l’occasione, mi fa vedere il lavoro; davvero ben eseguito:

GIANFRANCO FINI:

"uomo che per sete, annegò il suo passato in un presente ammalato".

Mai più un voto.

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La sinistra e la Campania, lo sporco nella politica.

scritto da Sanfedista il 11 settembre 2008,19:32

Leggo con divertimento l’articolo che domani uscirà sull’Espresso, settimanale di chiaro orientamento sinistroide.

Si parla di confessioni di un pentito. Un pentito che svegliatosi di buzzo buono, decide di incominciare a sparare a zero sulla gestione dei rifiuti in Campania. Mi chiederete dov’è la notizia. Vi rispondo che la notizia è che gran parte del malaffare rifiutesco era gestito -udite, udite- da uomini della Destra, da non bassoliniani…

E’ il paradosso che trova conferma, è il sublime gioco di chi, con le spalle al muro, decide di affidarsi a pentiti per salvare la faccia per sviare l’attenzione pubblica da chi è il vero responsabile di questo disastro.

Pesa il successo della destra nell’aver intrapreso una campagna efficace di smaltimento, pesa il fatto che Silvio Berlusconi abbia fatto quello che non era stato fatto in dieci anni. Pesa che Bassolino, rischi la galera, lui che è tra i 100 fondatori del pd lui che era sul palco con Veltroni, nella chiusura della scorsa campagna elettorale a Napoli.

Signori, andiamo oltre, chiedetevi sempre il perchè delle notizie guardate sempre un po’ dopo…

Un pentito accusa la destra campana (italiana) sulla gestione della munnezza. Tutto il resto è davvero noia.