I 50/60enni di ora sono i responsabili di tutto questo

scritto da sanfedista il 14 novembre 2012,14:46

Scontri, manifestazioni, scandali!

 

Non accetto morali da chi ha ridotto il paese in queste condizioni. Dove eravate? Per chi votavate? Come vi indignavate? Cosa avete fatto, quando si accumulava debito pubblico, quando “si mangiava tutti”. Quando si deprezzava la lira stampando migliaia di miliardi! Come vi siete conquistati il lavoro? Come vi siete comprati le prime case? Con i nostri sacrifici! A spese della nostra generazione che non potremo avere una casa, dei figli e un’occupazione stabile. Dov’era il vostro perbenismo quando i vari governi distribuivano lavori pubblici a go go e quando grazie ai sindacati siete entrati in fabbrica,grazie ai politici siete stati assunti, nelle asl nei comuni, nei carrozzoni pubblici? Io non vedo nessuno di voi che si scusa con noi per aver permesso che oggi ci fosse questo. Ora prendetevi il chiasso, l’instabilità e un po’ di anarchia, spero vi renderemo davvero impossibile la “dolce pensione”.

 

 

 

 

Italia – Israele. errori del Premier

scritto da Sanfedista il 4 febbraio 2010,13:32
A questo punto mettiamocela noi una bella bomba nella metro. L’Italia da sempre ha tenuto un atteggiamento ambivalente tra Israele e Palestina. Con il cd.dossier "Moro" addirittura negli anni settanta l’Italia divenne una sorta di porto franco per terroristi arabi. L’Italia in pratica chiudeva un occhio sui depositi di armi dei palestinesi nel nostro Paese, a patto che i palestinesi non le avrebbero mai utilizzate contro di noi. In effetti, tranne Fiumicino, ma l’attacco era alla compagnia Israeliana El Al, l’Italia ha goduto di un lungo, ininterroto periodo di pax terroristica mussulmana. Lo stesso non è accaduto ad altri paesi, vedasi Germania, Inghilterra e ultimamente addirittura Spagna.

L’Italia ha quindi sempre strizzato l’occhio ai  palestinesi, ben tollerati  dall’intero arco parlamentare. L’MSI era pro-palestina, i comunisti furono storicamente vicini ad Arafat, i socialisti Craxiani pure: basti ricordare il caso Abbu-Abbas e la profonda amicizia che legava i leader, tanto da portare Arafat nel 1999 a proporre a Craxi un passaporto diplomatico per far ritorno in Italia, offerta poi cordialmente rifiutata dall’esule. Il PRI con il governo Spadolini non solo invitò, poi, Arafat in Italia nell’82, consentendo di entrare in parlamento con pistola e guardie armate di AK-47, tutto ciò con il placet della presidentessa Jotti, ma addirittura chiuse con i palestinesi importanti accordi economici.

La DC infine era esteriormente equidistante ma certamente più filo palestinese e questo non solo alla luce del "dossier Moro" succitato, ma anche per un fastidio storico nei confronti della popolazione Ebraica da parte dei cattolici; fino al ’62 nella preghiera del Venerdì Santo, l’Ebreo era aggettivizzato come "Perfido",
Oremus et pro perfidis Judaeis, per l’appunto. In seguito modificata varie volte, la preghiera spera oggi in una più blanda conversione dell’ebreo. La DC certo quindi non era il primo sponsor nè degli ebrei nè dello stato di Israele.

Veniamo ad oggi. Berlusconi nella sua recente visita, durante il discorso alla Knesset, il parlamento israeliano, si è offerto non solo di diventare il migliore amico di Israele, proposta gioisamente accolta da Netanyau e dall’Iran, ma ha rilanciato, auspicando un’eventuale ingresso nella UE, questo è quantomeno fantasioso, visti i problemi che la Turchia sta avendo per l’ingresso pur essndo paese più titolato all’ingresso rispetto a Israele.

Il vero rischio però è che Berlusconi con questo atteggiamento non solo ha invertito la tradizionale rotta dello Stato, ma potrebbe aver incrinato alcuni equilibri che ci consentivano di prendere la metro fischiettando. Sono d’accordo che il terrorismo non debba in alcun modo condizionare la politica estera di un Paese sovrano, ma sarei felice di sapere qual è stata la contropartita per tanto sbilanciamento. Potrei accettare da cittadino una decisione simile, ma vorrei perlomeno conoscere le motivazioni che hanno spinto mr.B a farlo, così se il convoglio su cui viaggio dovesse clamorosamente brillare saprei a cosa la mia vita è stata sacrificata, e magari morirei più sereno con la certezza di aver contribuito al benessere nazionale.





 

Haiti e timori per il futuro dell’occidente

scritto da Sanfedista il 23 gennaio 2010,23:57

Io credo che le nostre responsabilità, intese come quelle del sistema occidentale, siano massime. La tragedia di Haiti, pur derivante da un fenomeno ingestibile, illumina nuovamente le nostre inadempienze nei confronti di popoli, stati, che soggiacciono sotto le esigenze dei pochi. Io amo il nostro modo di vivere, sono un alfiere della nostra cultura e di tutto quello che l’occidente ha prodotto. Dobbiamo però rinnovarci, smettere la ricerca dei nostri utili a tutti i costi per farci tutori di un benessere maggiormente diffuso, mettendo a disposizione ti tutti la nostra cultura e le nostre esperienze.
L’africa nostro bacino inesauribile di risorse e per questo coattamente tenuto barbaro e dipendente prima o poi morderà il freno e reclamerà i propri diritti, mettendo in crisi allora la pace in cui viviamo e che costa, ad altri, molto.

Assisteremo, quindi, ad una lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra; sarà la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, sarà la lotta tra due secoli e due idee. Inevitabilmente troveremo genti decise ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra (non avranno nulla da perdere).  Essi prima o poi muoveranno queste decisioni che l’onore, gli interessi, l’avvenire ferreamente imporranno, poiché un popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia. E questo è inevitabile, poichè dalla mortificazione, lunga e subita, nasce un onore coriaceo e cieco.

Haiti ha svelato nuovamente un mondo che subisce ed uno che soccorre, così come fu per lo Sri Lanka, o per il Darfur, dobbiamo accorgerci che la nostra vita, paradossalmente, costa come quella degli ultimi. Perchè quando la vita degli ultimi costerà zero la nostra sarà a repentaglio, poichè chi non ha nulla da perdere è ben disposto a tramutare lo zero in un valore per un riscatto altrimenti inattuabile. Ed allora gli uomini bomba si moltiplicheranno e tutto quello che abbiamo costruito sarà irrimediabilmente incrinato, il mondo cercherà un nuovo equilibrio.



Per cronaca ho rubato in questo post alcune parole ad un altro. Che si conferma essere ancora attualissimo. Un maestro, come sempre.

17/09/09

scritto da Sanfedista il 18 settembre 2009,12:37







Dulce et decorum est pro patria mori









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La simpatia di Ahmadinejad

scritto da Sanfedista il 21 aprile 2009,16:52
E’ più simpatico diciamolo. Non credo che sia stato offensivo o razzista, non stavolta. Ha semplicemente detto con quella faccia un po’ così, metà Clooney metà Kabhir Bedi, che gli Israeliani sono razzisti! E che novità sarebbe? Non capisco chi con sdegno ha abbandonato l’aula, Italia compresa. Mi hanno ricordato quando, giovanissimo, io ed alcuni amici che ci coalizzavamo, giocando a risiko, contro un altro, per l’infantile piacere di vederlo arrabbiare, alla prima sua vittoria in battaglia cominciavamo ad attaccarlo tutti senza senso, fino ad abbandonare immotivatamente la partita.

Questo mi hanno ricordato ieri i politici occidentali, quelli che per partito preso devono essere in disaccordo con l’Iran e alla prima constatazione alzano le mani e se ne vanno.

Entrando nel merito della questione, il leader Iraniano ha pur ragione, Israele è uno stato razzista e teocratico e questo non si può discutere. Basti pensare che è uno stato talmente teocratico che ha nella bandiera il simbolo della religione (come gli stati  islamici) e concede cittadinanza a chi dimostri di essere di religione ebraica, un po’ come il certificato di razza ariana per l’ingresso nelle SS.

Certo l’Iran pure non è la patria del pluralismo, l’Iran nemmeno mi sembra il sogno attualizzato di Voltaire, dico un posto dove l’adulterio è reato capitale ha poca credibilità in un consesso internazionale, eppure se ci piace l’autodeterminazione wilsoniana, dovremmo dire che ognuno ha chi si merita e nessuno dovrebbe immischiarsi, però così non può essere per savriate ragioni ed allora dobbiamo scegliere il male minore per simpatizzare.

Io che in politica estera mi faccio guidare dalla irrazionale prima impressione, mi affido al sorriso sornione di Ahmadinejad, non so, lo preferisco, mi sembra meno paranoico di quelle faccie israeliane, più sul genere "folle consapevole", responsabile, che è sempre meglio che "folle con i missili gentilmenti offerti dagli altri", come Israele che sa che tanto qualsiasi cosa mamma USA paga, e magari pure zia Europa -visti i comportamenti- qualcosa dal borsello lo tira fuori.

Il mio amico del Risiko? No, non è diventato come Ahmadinejad: è un pacifico domatore di gatti, lievemente di sinistra ed alle volte troppo pigro e razionale, valutazioni affettive (massime) le evito per non lambire l’omoerotismo -Dio solo sa quanto ne sono lontano- ma il mio amico, una frase sulla questione mediorientale me l’ha fatta entrare in testa, un giorno mi fa:

"Hai presente Alien?"
"Si"
"Hai presente quando danno l’ordine di alzarsi in volo e nuclearizzare?"
"Non ricordo esattamente ma mi fido"
"Bene, per me questa dovrebbe essere la soluzione per il Medioriente, nuclearizzare tutto, senza distinzione"

Sorrisi…

Perchè nessun assennato può essere islamico

scritto da Sanfedista il 26 novembre 2008,23:26

Io non sono Islamico perchè ho studiato Kant, Voltaire e Charles de Montesquie. Io non credo che il maiale sia più infame di chi non lo mangia. Io non sono mussulmano perchè non credo nella bontà della lapidazione, perchè il mio medioevo l’ho già vissuto e si è concluso con il rinascimento.

Io non sono mussulmano perchè cerco l’ispirazione dal buon Cristo, e anche se alle volte pecco in parole, azioni, opere ed omissioni, so sempre che la soluzione non è la mattanza di gente indifesa.

Io forse non sono un buon cristiano, perchè alle volte vorrei vedere gente appesa ai chiodi, magari agonizzanti, magari inneggianti la verde bandiera dell’Islam.

Io non sono mussulmano perchè credo che nessuno intellettualmente sano e che conosce quel po’ di mondo che serve possa scegliere di esserlo.

Io magari alle volte non sono un buon occidentale, perchè mi repellono alcune abitudini di questo emisfero ed il disfacimento di costumanze, che pure hanno fatto grande una stirpe di europei.

Io non posso accettare la guerra contro i miei simili, non posso farlo e per questo sarer pronto ad imbracciare un fucile per mondare chi uccide. Sembrerò forse paradossale, ma credo nella giustizia delle armi. C’è sempre una parte che spara a ragion veduta ed io ho la iattanza di sapere che quelli nel giusto siamo noi.

Io non sono mussulmano perchè deliberatamente odio chi attacca gli inermi.

Io credo che in questo mondo, così come si è ormai assestato non ci sia più spazio per queste atrocità che pur prima venivano tollerate.

Non mi dite che anche l’occidente lo fece, non mi dite che pure l’occidente ha mattato gli inermi, io vi dico che il tempo verbale già vi spiega molto (è stato) ma vi dico pure che quando è successo parte dello stesso mondo occidentale ha ripugnato quelle azioni e si è impegnato per estirparle.

Io non vedo un politico arabo, alzarsi in piedi e promuovere lotte o guerre contro chi stermina tradizioni chi nel nuovo millennio ancora promuove gli olocausti.

Io non vedo lo stesso disprezzo che tutto l’occidente provò alla scoperta dei Lager, nei sentimenti dei mussulmani quando apprendono delle atrocità compiute dai loro fratelli.

Io mi ricordo di islamici che bruciavano bandiere americane l’11 settembre 2001 e saltavano di gioia, neanche stessero incitando le cagne delle loro madri a sgravare un nuovo terrorista.

Io non posso essere islamico, perchè in questo momento, mentre dall’India arrivano le immagini a me tremano le mani e l’odio per loro si fa sempre più grezzo, aspro, ancestrale.

Terrorista islamico della lunga notte di Mumbay…