Il mio primo esame.

scritto da sanfedista il 1 ottobre 2014,17:35

Oggi sono andato all’università per questioni burocratiche e per prendere il libro di testo da studiare. Eh si per insegnare, interrogare etc bisogna innanzitutto conoscere ed io di storia del diritto romano ricordo ben poco. Per la verità c’è una storia divertente su questo. Era il 2000 ed io ero fresco iscritto a giurisprudenza. Avevo moltissima libertà ed i miei genitori mi ritenevano, errando, molto maturo. Pensavano fossi assolutamente in grado di sostenere ed organizzare i miei tempi universitari in maniera autonoma. Ed io, ingenuo, pensavo che l’università fosse un po’ come il liceo. Ovvero un posto in cui, comunque in una maniera o nell’altra te la cavavi. Trascorsi i primi 6 mesi di giurisprudenza come un infinito carnevale. Feste tutte le sere, pomeriggi con le fidanzate, gite in auto…arrivò aprile e mi resi conto che avevo dopo 15 giorni il mio primo esame. Storia del Diritto romano. Lo preparai. Il giorno dell’esame, del mio primo esame, misi dei pantaloni grigi, una camicia bianca e delle scarpe eleganti. Vennero inoltre con me tutti i miei amici, a darmi supporto. Eravamo credo in 20. Fui chiamato e andai alla cattedra con il sorriso di un vincente, in fin dei conti lo ero, scherzando con gli amici. Mi sedetti e cominciò l’esame. In pochi istanti capii che la faccenda era molto più seria del previsto. Chi era difronte a me non era ben disposto come i miei professori al liceo, ma era neutro, ovvero valutava senza emozioni, per lui ero una matricola. Mi incalzava con le domande ed io cercavo di rispondere come avevo sempre fatto quando non padroneggiavo bene la materia: deviando, cambiando argomento, sorridendo. Tutto inutile. Più io mi allontanavo dalla domanda più lui tornava ad essa, implacabile. Durò tutto una quindicina di minuti, che a me sembrarono un’eternità. L’assistente mi bocciò e ritenne anche di consigliarmi di non proseguire il mio percorso in giurisprudenza “lei non si laureerà mai”, disse certo. Tornai ai banchi sorridendo. Gli amici si avvicinarono e mi dissero,  “e allora? Come è andata? Trenta”. “Sono stato bocciato”. “Il solito buffone, non ci sfottere”. Mi feci serio e loro allora capirono. Il 10 novembre sosterrò il mio primo esame in storia del diritto romano, 14 anni dopo, dal lato giusto stavolta della cattedra, dal lato vecchio, forse. Penso sarò emozionato, ma sono sicuro ripenserò a chi mi disse “secondo me giurisprudenza non fa per lei, si iscriva ad altro, è ancora in tempo”. Lo penserò mentre mi siederò e mentre valuterò i ragazzi, chissà che non mi riveda in qualcuno, in un qualcuno a cui quel giorno, quella bocciatura alla fine servirono, poichè da quel momento compresi che qualcosa si era rotto, che avevo lasciato per sempre il mondo dei bambini per entrare in quello degli adulti, con più spigoli e meno ovatta, con più libertà ma anche con infinite responsabilità. Bello, però perchè alla fine, se davvero vuoi, se davvero insisti, ti potrai sedere anche tu dal lato giusto della cattedra.

eri come fra’ Dolcino

scritto da sanfedista il 20 novembre 2013,16:35

“Penitenziagite” solevi ripetere.
Sgorgante giallo dal cranio 
il pensiero che s’alterna al silenzio.
Rumore pensato, in strisce affettato,
lo usasti per foderarci la stanza,
…col pensiero…che uso bizzarro.
Potevi ben stenderlo come tappeto in navata
L’Ave Maria, la grassa cantante,
che rompe di nuovo il pensiero, sudata.

 

“Penitenziagite” solevi ripetere.
Eppure a ripensarci, lo schiocco del fustigo non ti piaceva affatto
e il nerbo lo scartavi anche dal filetto
e quante storie, quanto il filo retto
ti piaceva tracciare. Da un lato e dall’altro.
“In mezzo non c’è niente!”
E se io in medio andavo a cercare, lo sciagurato ero io
che trovavo, non tu che seguitavi a celare.
Tant’è che quando scovavo, dicevi “no, no era altro, non questo”.

“Penitenziagite” solevi ripetere
Sgorgante giallo dal cranio
il pensiero. Ancora una volta
credevi di incidere su un lato di marmo
scrivevi in realtà su vetro appannato
che pure allagando di nuovo il mio bagno
non emerge dallo specchio altro che il mio volto offuscato
incorniciato, come sempre da una tua scritta che proprio non leggo.

 

 

 

Abitudini e vizi

scritto da sanfedista il 29 aprile 2013,23:26

Il limite tra abitudini e vizi è lo stesso tra il vogliamo e il ne abbiamo bisogno. Non c’entra la morale. Nel primo caso ci guardiamo allo specchio vestiti nel secondo ci guardiamo nudi e non ci piaciamo, ma comunque non smettiamo di guardarci concentrandoci in un particolare del nostro corpo che amiamo. L’inganno è esso stesso un vizio e lo specchio è sincero finchè lo si guarda di sfuggita, appena cominciamo a soffermarci allo specchio addolciamo l’immagine che ne deriva e il riflesso s’infrange nell’ennesimo trucco. La pena in orgoglio. La compassione in giustificazione. L’oggi in un domani a cui abbiamo consegnato la nostra cartolina, che per chissà quale motivo, riletta il giorno dopo dovrebbe essere migliore, meno aspra, più misericordiosa con la realtà dello ieri. I giudizi sono sempre immediati, trascorso il tempo sono bilanci e nei bilanci possiamo nascondere sempre la verità.

“Erano tempi diversi, e voi che avreste fatto al posto mio? Non dico che fosse la strada giusta, ma a me sembrava, in quel momento, quella più percorribile”. Un brivido lungo la schiena, le endorfine circolano e noi ci tuteliamo dalla realtà. Che evidentemente, alla fine, non esiste mai.

coriandoli

scritto da sanfedista il 26 giugno 2012,22:34

 

Coriandoli. Coriandoli. Coriandoli. Coriandoli il cazzo. Che poi chi pulisce non è mai chi li lancia.

Tranne Maximilien-François-Marie-Isidore De Robespierre.

Lui sì, ed io vorrei essere un po’ come lui.

 

 

 

Domande e risposte (Q/A)

scritto da sanfedista il 16 giugno 2011,17:25

Mi diceva sempre la mia professoressa del ginnasio che alcune domande sono molto più difficili delle possibili risposte. Per me è sempre stata una gran cazzata. Le risposte sono sempre più difficili delle domande; a domandare non ci perdi quasi mai nulla, il peggio può essere una risposta sgradita. A rispondere invece ci vogliono le palle. Anche perché è la risposta che da il senso alla domanda più che il contrario. Uno pensa: e se do una risposta sbagliata? Se deludo l’interlocutore? Se lo destabilizzo? Se mi destabilizzo? Se la risposta è esatta, poi sono pronto per una nuova domanda? Se chi mi ha fatto la domanda poi non sopporta la risposta? Se quella non era proprio una domanda, ma una constatazione? In questo caso si rischia addirittura di passare per stupidi. Comunque obiettivi futuri, dare più risposte e fare meno domande.

 


Buonanotte a…

scritto da sanfedista il 24 maggio 2011,23:50

ai cercatori d’oro, ai funamboli senza filo e senza rete, ai capitani di lungo sorso, fenomeni da bar, fenomeni da baraccone, a chi pulisce poi il baraccone, ai maldestri ricettatori di gioielli rubati, ai cantanti senza voce e agli scrittori senza parole, a l’amica di mia nonna che mi offriva il Vov quando avevo 5 anni, a chi ha le sigarette ma non trova l’accendino, il contrario, ai contrari in genere, quelli per partito preso, ai cattivi partiti, ai pescatori di frodo, ai maniaci sentimentali, agli indecisi per vocazione, ai matematici, ai miei figli futuri per i quali scriverò racconti sbalorditivi, a chi si attarda su cose inutili poi esce e piove, ai vedovi – categoria in via d’estinzione-, a chi lotta per i panda ma poi sti panda che hanno mai fatto per loro, a chi ha gratitudine, ma sopratutto agli ingrati, ai bugiardi, quelli impenitenti, che non vogliono assoluzione, ai guidatori di vita in stato di ebbrezza, ai sigg. Martini & Rossi, inventori della notissima bevanda.

agli architetti che il giorno dell’inaugurazione comunque non gli tornano i conti, ai casellanti, alle voci della viacard, ai bip biiiip del telepass, a chi colleziona insuccessi in maniera ostinata, a chi brevetta deodoranti per ambienti, a chi ferra i cavalli, a chi vede un po’ di arte anche in una metro che fa ritardo, a chi non prende la metro perchè tanto prima o poi salta tutto, a chi è davvero coerente con gli altri e meno con se stesso, ai radicali con il prossimo ed indulgenti nei propri confronti, a chi inavvertitamente schiaccia il maiuscolo scrive le cose più belle della propria vita e poi cancella tutto non riuscendo poi a ripetere il miracolo, a chi non sapeva che c’era shift f3 per convertire tutto in minuscolo, a chi scrive in maiuscolo e poi non cancella, si capirà meglio, a chi è innamorato, a chi dice che è solo chimica, agli oltranzisti polemici, a chi non si accetta e poi un giorno filma il bigfoot, a chi ha idee fantastiche ma non riesce a descriverle, a chi prima o poi tanto doveva succedere, a chi imputa al tempo le soluzioni, ai catalogatori di nuvole, a chi a settant’anni scopre una passione, a chi dice a venti che ne ha abbastanza, al barista che con soddisfazione sa che è l’ultimo a chiudere in città, a chi guida i sostitutivi, alle riserve che in silenzio aspettano, a chi non aspetta e fa su un casino, a chi bacia quando non dovrebbe poi lei si gira e l’incanto si rompe, a lei che si gira, a chi aspetta con ansia il primo bacio, a chi il secondo, a chi il terzo e il quarto e così via…

a chi mette 4 puntini sospensivi, buonanotte ai romantici che parlano di luna come se fosse altro che un satellite della terra, a chi è lento anche nell’addormentarsi, a chi ragiona, scrive e strappa, a chi imbianca strutture portanti dei ponti in bianco, a chi attraversando un passaggio a livello pensa sempre che il treno sia li li per sbucare e la sbarra sia guasta, a chi vede 5 volte le previsioni del tempo e poi ne parla in ascensore, alle zanzare mie fedeli compagne, ai ragni acerrimi nemici delle zanzare e quindi miei, a chi mi vuole bene, a chi pensa che il mondo senza di me sarebbe un luogo comunque diverso, a me, a chi vendeva gli aquiloni sulla strada per Fondi, a chi si droga e sciupa la condizione senza scrivere nemmeno un rigo, agli sciatti, a chi si impegna nel confezionare con cura i pacchetti, a chi cerca di fregare il prossimo con tutto se stesso e ci riesce, buonanotte ai navigatori, ai poeti e ai santi che pregano per tutti noi…shhh… ‘notte

 


 

Perchè la polizia deve intervenire con gli studenti.

scritto da Sanfedista il 25 ottobre 2008,00:06

La polizia deve intervenire contro gli sudenti per due semplici motivi:

Art. 340 Codice Penale Interruzione dei pubblici servizi.

Art. 633 Codice Penale Invasione di terreni o edifici
Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, e’ punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da lire duecentomila a due milioni.
Le pene si applicano congiuntamente, e si procede d’ufficio, se il fatto e’ commesso da piu’ di cinque persone, di cui una almeno palesemente armata, ovvero da piu’ di dieci persone, anche senza armi.

Ricordiamo che si chiede l’intervento della Polizia, non dei picchiatori delle  guerriglie sudamericane. Quindi mi stupisco anche dove sia l’orrore di una richiesta del genere.

Sul resto non si discute: la rivolta è dei Baroni non degli studenti, i professori terrorizzati dai sacrosanti tagli di cattedre e relativi tagli dei docenti, portano gli studenti alla manifestazione. Semplice, questo è quello che c’è dietro la notizia.

Teocrazie a confronto

scritto da Sanfedista il 23 ottobre 2008,19:41

E venne il giorno in cui lo stato di Israele bacchettò la Santa Sede. Il giorno è oggi, Isaac Herzog, ministro degli Affari Sociali dello stato di Davide, ha comunicato a mezzo stampa che la beatificazione di Pio XII è "inaccettabile" poichè egli "sapeva di quello che accadeva in Europa con il nazismo ed ha taciuto".

Partiamo da un rapido excursus su Pio XII -Papa Pacelli per intenderci-, cominciò giovanissimo la sua frequentazione con la madre chiesa, terzogenito di avvocato rotista e Camerlengo di Pio XI, salì al soglio nel 1939; anno non proprio tranquillo per la storia europea, regnò fino al 1958.

Ok, la storia è questa.

La polemica tra la Chiesa Cattolica e gli Israeliti è lunga quanto è lungo il cristianesimo. Si incominciò col dire che gli ebrei erano i deicidi, si continuò con la preghiera del precetto pasquale che includeva -su per giù- la frase : Buon Dio proteggi anche il perfido giudeo.

Insomma non proprio rose e fiori, ma torniamo a noi, durante la seconda guerra mondiale gli ebrei hanno sempre ritenuto che il Papa non avesse mosso un dito, non avesse speso una parola in loro aiuto, dimenticando evidentemente l’enciclica del 1939 Summi Pontificatus, dove il Papa attaccava ogni forma di totalitarismo, e la partecipazione dello stesso Pacelli alla "orchestra nera" un programma per neutralizzare il nazismo ed estromettere Hitler dalla guida della germania.

Quisquiglie, ma se ci aggiungiamo  che stime accreditate (enciclopedia britannica su tutte) parlano di circa 600mila ebrei salvati dalla Chiesa Cattolica e ricordiamo che quando le SS chiesero 50kg d’oro per non deportare gli ebrei di Roma, 20kg furono dati dalla Chiesa, la opinione forse cambia. Insomma il buon Pacelli non mi sembra il primo fautore del Nazismo.

Bene, di cosa si discute? Si discute che una teocrazia, lo stato di Israele, questiona le scelte di una monarchia indipendente, e badate scelte non politiche, non solo politiche, ma deliziosamente trascendenti quali la beatificazione di un Papa.

Un ministro israeliano ha confessato che è inaccettabile la beatificazione di un Papa. Bene, io non ricordo esternazioni pari dalla Città del Vaticano, quando Israele attaccava con nonchalance civili palestinesi. Israele, sopraffina democrazia, dove per ottenere passaporto celermente devi essere ebreo, s’immischia in affari che non competono.

Inoltre, il ministro Israeliano, per avvalorare la colpevolezza di Pio XII, ha citato la Bibbia nella parte in cui dice "Tu non permetterai che si versi il sangue del vicino", al ministro andrebbe chiesto se con "il vicino" si può anche intendere il palestinese o il libanese, i loro vicini geografici, se questo non è un autogol…

Concludendo, il Sanfedista, ricorda a tutti che la Santa Romana Chiesa è indipendente nelle sue scelte, politiche e ancor di più religiose e consiglia allo stato di Israele di dare una lettura al loro profeta Cristo, quando dice: non guardare la pagliuzza che c’è nell’occhio del tuo vicino se nel tuo…

 vs

l’incertezza del tempo

scritto da Sanfedista il 4 ottobre 2008,13:01

"Signore v’è aria di tempesta"

"No, non è così, non vedi che è solo il tempo che ci rende incerti".

la frase del giorno 2

scritto da Sanfedista il 19 settembre 2008,18:34

Versione per l’uomo.

…la coerenza è la virtù dei vili…

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