osservando il cielo

scritto da sanfedista il 5 luglio 2011,19:18

Sono risalito oggi da Napoli. Ho trascorso qualche giorno fuori programma tra la mia gente, splendida e intensa come sempre.

In treno osservavo il cielo. Nero, gravido, densissimo, pronto a scoppiare; come se da un secondo all’altro dovesse squarciarsi ed urlare, raccontando, chissà quale verità al mondo. Rompendo una cataratta, un groppo che gli impediva di piovere [piangere].

 


Campania Felix

scritto da Sanfedista il 29 marzo 2010,22:37


Siamo usciti dal tunnel.
Ma temo che il tratto di strada che percorriamo sia un po' come quello appenninico.









 






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Bassolino lascia.

scritto da Sanfedista il 4 dicembre 2008,13:15

Secondo ultime notizie, riprese anche dal sito del Corriere della Sera, domani ci sarà a Roma un incontro tra Bassolino e Veltroni, in cui il buon Walter chiederà al governatore di dimettersi in vista del prossimo scandalo giudiziario che scoppierà in Campania. Il leader del pd è pronto, però, ad offrire una buonuscita al maramaldo campano: un posto alle elezioni europee.

Io dico, gli si chiede di dimettersi per non legare il PD al prossimo vortice di scandali e poi lo si presenta alle europee? Mistero della politica italiana, misteri del potere della sinistra campana.

Saranno ore concitate per la regione, basta pensare alla dichiarazione a microfoni spenti di Di Pietro: "Stanno arrivando proprio in queste ore notizie di reati, di intercettazioni, di gestioni di malaffare, insomma un puttanaio".

Ed io, da buon sanfedista, metto in frigo l’acqua tonica per sorseggiarla di qui ad un po’ con il mio gin, vedendo scorrere, magari, le notizie in tv della fine del direttorio di Bassolino.

TIN TIN TIN.

 

 

martiri moderni, il buon Saviano e la suprema mediocrità

scritto da Sanfedista il 14 ottobre 2008,18:30

Io sapevo che il martire è colui che sacrifica la propria vita per una causa meritevole e massimamente condivisa.

Pensando alla frase e collegandola allo scrittore d’inchiesta (sic) Roberto Saviano, i conti non mi tornano. Eppure l’ho riletta, ma c’è qualcosa che non gira nel paragone. All’inizio pensavo si trattasse della "causa meritevole", ma poi no, la causa meritevole ci sarebbe pure: chi potrebbe mai opinare che la produzione di un bestseller non è causa meritevole? Poi ho pensavo alla "condivisione", pure quello ci sta: effettivamente il moderno bardo delle malefatte camorristiche ha portato avanti un’opera didascalica; ha fatto conoscere al resto del mondo come si vive in alcuni lembi ai confini dell’impero.

Non mi sono dato per vinto. L’ho trovata: la cosa che stride tra la definizione di martirio e Saviano è il fatto che il secondo è ancora in vita.

Sì: vita era la parola che m’ingarbugliava la mente. Perchè, diciamocelo, per essere martire devi essere morto; è una imprescindibile condicio sine qua non.

Poco male: la camorra, i clan, vogliono ora rimediare e dare a tutti noi la soddisfazione di un nuovo martire. Continuando, diceva qualcuno: meglio un coglione vivo che un martire morto. Non fa per me, i coglioni sono due, due sono quelli utili, gli altri sono in esubero. I martiri servono vivi, lo so non sarebbero più martiri, ma a chi importa?

Saviano con la sua opera, mal scritta e mal romanzata da atti processuali, ha però compiuto un altissimo servigio alla Nazione: ha dato una faccia a chi combatte la camorra, ha creato un’icona, un Falcone, un Che Guevara, un personaggio con cui identificarsi quando la morsa è stretta.

Non penso che il romanzo Gomorra sia un’opera letterariamente pregevole, anzi credo sia un’operazione del peggior marketing alla "cavalchiamo la tigre", ma nemmeno il Mein Kampf era scritto bene o proponeva nuove soluzioni eppure quante coscienze ha smosso.

Gomorra è un catalizzatore di speranza, è il volto ad un sentimento, un riflettore acceso nel buio della notte.

Saviano con la sua creatura è riuscito a porre una bandiera alla quale rivolgersi. Non rileva se scrive bene, se le cose che dice sono esatte, ci interessa che sia riuscito a creare una figura da contrapporre all’eroe cattivo. Proprio come Falcone e Borsellino, e non importa che i due magistrati lottavano attivamente e con successo, importa che erano divenuti un simbolo, come Saviano.

I tempi che corrono sono quelli che sono. Non vedo Maradona, non vedo Fellini, non vedo Picasso e non vedo Kennedy ma non vedo neppure Montale, e allora teniamoci stretti le nostre stelle polari di serie B. Perchè se di mediocrità bisogna vivere che si viva di suprema mediocrità, se a Marlon Brando si sono sostituiti i tronisti ben venga che a Borsellino si sostituisca Saviano. Ben venga che ci sia ancora qualcuno che porti la tiara del martire, di poliesteri magari ma quanto ne abbiamo bisogno…

oops forse è più indicato questo…

La sinistra e la Campania, lo sporco nella politica.

scritto da Sanfedista il 11 settembre 2008,19:32

Leggo con divertimento l’articolo che domani uscirà sull’Espresso, settimanale di chiaro orientamento sinistroide.

Si parla di confessioni di un pentito. Un pentito che svegliatosi di buzzo buono, decide di incominciare a sparare a zero sulla gestione dei rifiuti in Campania. Mi chiederete dov’è la notizia. Vi rispondo che la notizia è che gran parte del malaffare rifiutesco era gestito -udite, udite- da uomini della Destra, da non bassoliniani…

E’ il paradosso che trova conferma, è il sublime gioco di chi, con le spalle al muro, decide di affidarsi a pentiti per salvare la faccia per sviare l’attenzione pubblica da chi è il vero responsabile di questo disastro.

Pesa il successo della destra nell’aver intrapreso una campagna efficace di smaltimento, pesa il fatto che Silvio Berlusconi abbia fatto quello che non era stato fatto in dieci anni. Pesa che Bassolino, rischi la galera, lui che è tra i 100 fondatori del pd lui che era sul palco con Veltroni, nella chiusura della scorsa campagna elettorale a Napoli.

Signori, andiamo oltre, chiedetevi sempre il perchè delle notizie guardate sempre un po’ dopo…

Un pentito accusa la destra campana (italiana) sulla gestione della munnezza. Tutto il resto è davvero noia.