e noi ci si lamenta…

scritto da sanfedista il 18 marzo 2013,15:21

Ma chi si ricorda più i nomi dei nostri 60 mila giovani che irrorarono la pietraia del Carso per prendere Trieste?

O che portarono sotto il fuoco della mitraglia austriaca, su dalle doline, sul monte San Michele, una batteria di obici da 149, una batteria di obici da 305 e due batterie di mortai da 210, morendone in 198 solo nel trasporto?

Chi si ricorda più del Sabotino, di Podgora, di Bainsizza, del Pasubio, del Grappa?

Tutte battaglie che ci costarono mezzo milione di morti? Tutti ventenni, tutti belli, tutti giovani.

E noi ci lamentiamo della pioggia, delle buche, della metro piena, del lavoro.

Nazario Sauro, Cesare Battisti e le altre medaglie? Morti urlando Viva l’Italia! Chi sa chi erano?

Eppure ci esaltiamo per le grandi battaglie del Signore degli Anelli, quelle viste al cinema. Sappiamo tutto di Isengard, di Gran Burrone, di Isildur. Sappiamo dello scontro tra licantropi e vampiri in twilight, lo conosciamo tanto bene che potremmo raccontarlo, o del torneo dei maghi di Harry Potter.

 

Potranno mai perdonarci?

 

 

guerra

Il nuovo pontefice

scritto da sanfedista il 13 marzo 2013,13:18

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Noi italiani siamo fatti così. Durante i mondiali di calcio siamo tutti CT della nazionale. Durante le olimpiadi siamo tutti esperti di tiro con l’arco, durante i terremoti tutti geologi e quando ci sono le manovre finanziarie siamo tutti economisti, nei delitti tutti criminologi. Ovviamente durante i conclavi siamo tutti vaticanisti esperti. Io dico la mia. In realtà è un auspicio più che una predizione; per me figlio ormai tiepidissimo di Santa Romana Chiesa, l’uomo giusto è O’Malley. Vedremo.

 

 

 

 

 

Ricorda, ricorda il 5 novembre

scritto da sanfedista il 5 novembre 2012,18:48

 

 

 

Non vedo perchè questo giorno debba essere dimenticato, sopratutto oggi.

 

 

 

L’importanza di mangiare pastelli

scritto da sanfedista il 28 settembre 2012,00:25

Ero in Nuova Zelanda qualche anno fa. Avevo un amico indiano. Wasseem Parker. In realtà si chiamava Parkaar, solo che lo inglesizzava perchè faceva più British Empire. Una sera bevevamo una birra tutti insieme in giardino. Il sole tramontava e lui si alzò e andò via rapidamente. Gli chiesi perchè. Lui rispose che gli indiani non guardano mai il sole tramontare perchè non è di buon augurio. “Bella cazzata!”, pensai.

Noi europei siamo eurocentrici, un popolo blasè, cinico ma molto compassionevole che ritiene che le convenzioni differenti dalle nostre siano semplicemente inadeguate o, peggio, rozze o ridicole. E quando invece non lo pensiamo è perchè siamo radical, etnomaniaci e fintamente sciovinisti, che poi diciamocelo la cucina etiope la mangiamo solo noi, che in Etiopia si muoiono di fame.

Questo solo perchè abbiamo inventato la democrazia, il concetto moderno di impero, le infrastrutture di massa. I divertimenti, gli sport, l’illuminismo, la musica pop, il rock, la musica classica, l’impressionismo, la filosofia, il comunismo e il fascismo. Noi europei siamo ancora fortemente legati alle questioni di principio, contrari alla pena di morte, i più sostenibili del pianeta, con le nostre auto euro 5 e poi 6 e 7. Noi abbiamo tirato su il concetto moderno di città e dei mobili componibili. I sindacati e il ’68. Siamo quelli che hanno dato il nome ai paesi del mondo. Tu ti chiamerai America, tu invece Jamaica, tu Liberia o Arabia…Ci siamo arrogati il diritto di fare il calendario del mondo e decidere le ore dei paesi ma anche fissare le misure. Il metro, la iarda o il miglio. Siamo gli unici a cui davvero interessa dell’effetto serra e dello scioglimento dei ghiacciai, noi e qualche americano hippy deriso dai più che crede pure che il 21 dicembre finisce il mondo.

Beh io credo fermamente che a furia di evolverci siamo invecchiati prima. A furia di sopportare il peso del globo come Atlante, siamo finiti con la schiena rotta e sulla sedia a rotelle. Ci chiamano colonizzatori, ma siamo le vittime del nostro crimine. A furia di fare i maestrini saccenti, a furia di prendere il tè alle 5 pm, a furia di esportare pizza o caffè ristretto, abbiamo fatto la fine di quelle mamme nordamericane: top manager, eccellenti cuoche di torte per la gara dei bambini, sempre sorridenti e depresse. L’antidoto, o la soluzione, non c’è, anche perchè chi scrive è un europeo e quindi non riesce a vedere modelli validi oltre il proprio continente, ma sento, ho la percezione, che ci sia qualcosa di errato. Non mi piacciono i primi della classe perchè sono quelli che finiscono prima di tutti e, quando buoni, ti aiutano con i compiti sopratutto se sei magari un po’ ritardato. Siamo quelli che troviamo commuovente un tramonto ma siamo anche sempre consapevoli che è un fenomeno astronomico. Siamo top manager e prepariamo ottime torte. Indossiamo il casco per andare in bici e il giubbottino catarifrangente quando foriamo. Ma vi rendete conto? Ma di cosa vogliamo morire? Siamo così arroganti che vogliamo essere eterni. Bombardati come siamo da campagne contro il fumo, l’alcool, la droga, il melanoma, il tumore al polmone, abbiamo lo yogurt contro l’osteoporosi, la regolarità intestinale e le difese immunitarie. Ma di cosa vogliamo morire noi europei? Con i nostri piani vaccinali e i nostri 100 airbag? Con i nostri parafulmini e i limiti di velocità. Con l’alimentazione corretta e il giusto apporto di sali minerali. Con i nostri aerei sempre più sicuri e le nostre case finalmente libere dagli incidenti domestici? Ci siamo montati la testa. E Dio o chi per lui ci punirà. E’ così. Nessuno l’ha fatta franca così a lungo come noi.

Perchè se, come si dice, c’è un po’ di Dio in ognuno di noi, beh la parte di Dio che è in me mi dice che i primi della classe sono insopportabili e che alle volte meritano di essere presi a pedate e cacciati dall’aula, con un applauso sentito e scomposto dei ritardati che finalmente liberi potranno ricominciare a mangiare sereni e avidi pastelli a cera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Libia

scritto da Sanfedista il 22 febbraio 2011,00:08
Tobruk, Bengasi, Misurata…quanti docili ricordi.
E il mio pensiero ritorna a quei giorni di colonizzazione, in cui progetti, visioni, gerarchie e ranghi erano ben definiti.
Noi, italiani, e loro, i libici.
Docili, felici, pronti. Si migrava noi, si andavano a piantare vigne, uliveti, frutta. Del petrolio ce ne fregava, perchè noi siamo italiani e il petrolio non è per noi una priorità. Famosa a Tripoli era la "Ditta Baldrini" fabbrica liutaia. Facevamo chitarre, cembali, mandolini. Si giravano pellicole e si correvano gran premi, quello di Tripoli, corso fino al 1940, il più celebre, vi vinsero Varzi, Nuvolari e il nazistissimo Hermann Lang, croce di ferro, che con la Mercedes-Benz W25 trionfò nel '37, '38, '39, per poi lasciare il  gradino più alto del podio a Farina.
Ora la guardiamo spaccata e ci siamo fatti umiliare dal colonnello.
Solo un po'di orgoglio, solo un granellino. Schieriamo navi, sganciamo bombe, facciamo qualcosa ma facciamolo.

Andiamo a riprenderci Tripoli e con essa Nuvolari, le case bianche coloniche, il Cinema Italia a piazza Balbo – quadrumviro della rivoluzione – le sigarette Giuba, in originale Giubek ma italianizzate nel 1936 dal Minculpop.
I pati delle ville della nuova borghesia coloniale e le feste in tema aFFricano con piume, struzzi e datteri, con signori in giacche da fumo bianche.
La camionabile balbia e il bel suol d'amore…
Riprendiamoci l'ingenuità, la violenza e la sopraffazione ingenua. Restituiamo twitter, facebook e il tutto così uguale, il politicamente corretto e i gay dichiarati in parlamento. Rivoglio il pudore delle colonie e le lettere di referenza prima di assumere una cameriera. I profumi orientali, i saponi lux e la brillantina.

L'orbace, il Governatore d'Italia per le colonie e l'annesso ministero. 
Affondiamo i barconi e riprendiamoci la Libia, il nostro scatolone di sabbia, il petrolio lasciamolo agli altri, abbiamo la sabbia, che con un po'd'acqua ci fai i castelli o ci scavi una buca ci metti un foglio di giornale sopra e la ricopri un po', giusto in tempo per l'arrivo del vecchio zio, che immancabilmente con il suo pizzetto alla Graziani ci cadrà dentro, e tutta la famiglia a ridere, che tanto stava sulle palle a tutti. Anche se la punizione arriverà lo stesso, perchè così deve essere, perchè così si crescono i figli, perchè così sta bene.



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Miraggi Italiani

scritto da Sanfedista il 9 novembre 2009,21:49
Eccoci a parlare dell’Italia sesta potenza al mondo, neanche fossimo in guerra fredda. Ed allora è necessario stringerci il nodo alla cravatta mettere sù l’impermeabile, entrare in metro come se il nero accanto avesse il tritolo, fingersi per un secondo l’orgoglio del capitalismo, pensare che le notizie che alla fine fai passare ti diano quel po’ di potere che agli altri manca e sognare tra una stazione e l’altra, tra uno starnuto e una preoccupazione, che l’Italia sia davvero lo stereotipo che viviamo, STEREOTIPI:

Milano, dice mio padre che è il futuro è lì, solo che il futuro è lì da 60 anni ma non arriva mai. Ed allora Milano degli aperitivi dei nomi abbreviati, della costante ricerca di identità tra tofu e trattoria, sempre un secondo avanti, magari raccontata da qualche calabrese di Lamezia o da qualche pugliese di Cerignola. Milano che il business gira ancora e che cerca di abbattere l’italiano con l’inglese, più trendy manco a farlo apposta. La Madonnnina, i navigli, le mostre, l’aperitivo e domani giù duro a lavorare.

Roma, eterna, per mio padre sempre meglio di Napoli. Eterna, con i romani sbruffoni e i politici mangioni, volemose bene, garbatelle varie, cesaroni, viali, controviali, teveri, papi, scandali, politici ravveduti, giornalisti sempre 10 minuti indietro la notizia, cinema e intellettuali di sinistra che criticano e poi tutti coi bucatini in bocca, mangiassero meno magari farebbero meno film di merda. Romani che non capiscono il sushi perchè la pajata ormai fa quasi più esotico. Ministeri e misteri della fede. Auto blu, ma il cuppolone alla fine ci salva. Derby e circoli, olimpiadi e colosseo. Che chi ha il pass per la ZTL quasi ha la laurea honoris a Oxford, se ne vanta con gli amici al circolo.

Napoli, ma come vivi qui? Tra un po’ saranno tutti morti. Vedi Napoli e poi muori…per i rifiuti, quante volte l’ho sentita questa! Che palle, manco fa ridere. Napoli con la pizza, pulcinella che mangia mozzarelle alla diossina mentre suona il mandolino. Napoletano eternamente in bilico tra criminale e "perchè non canti?", manco non ci fossero quelli normali. Che il napoletano deve sempre esagerato. O’Vesuvio, il dialetto simpatico, Maradona, San Gennaro e la camorra che ammazza in diretta you tube. Attento al portafogli, però il golfo è il golfo e Dio solo sà quanto ci costa.

Torino, esoterica, falsi e cortesi, savoiarda e città provinciale, ma poi sti torinesi chi li vede mai? Se ne stanno nel piemonte e non rompono i coglioni a nessuno. Fateci caso, giri giri ma un piemontese non lo becchi mai. Però la Fiat fa girare il paese, e Lapo e un precursore di tutte le mode, fa tendenza, chiedilo al governatore del Lazio.

Genova, tirchi, pesto, fiori e De Andrè, Lauzi, Grillo, Colombo, tutta gente che faceva meglio a starsene a casa come i piemontesi. Vedi De Andrè che l’hanno pure rapito, stava a Genova.

Bologna, ma che città generosa. Palermo come si mangia bene, però quanti mafiosi. Bari, boh, chi c’è mai stato a Bari. Calabrie, ignoranti e stanno 40 anni indietro…Bergamo, Brescia, Verona, razzisti e basta. Venezia truffatori manco a Napoli, gondole e carnevale. Modena veloci in Ferrari. Trentino-Alto Adige, quelli so più simili ai tedeschi.

Firenze, ah toscanacci, maledetti toscani! Cocacola con la cannuccia corta corta. Simpatici e un po’ sbruffoni, bestemmiatori e consumatori di bistecche.

Magari fosse questo il nostro Paese, alla fine il dramma è che siamo ben più meschini dei nostri stereotipi, magari davvero li incentivassimo con azioni i nostri stereotipi. Perlomeno sapremmo bene chi ci troviamo davanti quando parliamo, divideremmo in maniera razionale la produzione. Non so Milano che ama lavorare lavora solo. Napoli canta solo. Roma fa solo politica. Torino fa le macchine. Firenze porta la carne. Le Calabrie le canne. La Sicilia si occupa della difesa della nazione con le armi. Genova risparmia e ci mettiamo le banche.

Magari il nero accanto a me il tritolo lo ha per davvero…bum e giù duro di unità nazionale. Io ai funerali di stato e all’applauso commosso alla bara ci tengo. Magari se date a mia madre pure la pensione…

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quelli del ’59, ma la smettiamo?

scritto da Sanfedista il 6 luglio 2009,16:48
Per iniettare l’ottimismo nelle Patrie Vene da qualche giorno in TV c’è una sorta di riscoperta agiografica della generazione del dopo-guerra di quelli delle estati degli anni ’60. Il messaggio è chiaro: Italiani, abbiamo superato crisi ben peggiori, prendiamo ad esempio quegli italiani impavidi che fecero grande l’Italia, che comprarono a rate le 500, ma per Dio la comprarono!

E’ sempre triste quando ti coglionano, mi sono sentito così coglionato guardando quegli italiani che preparavano così operosamente il collasso del paese solo 50 anni dopo, quella generazione che ha dato una progenie così infausta.

Gli Italiani del boom del ’59 hanno partorito i figli dagli anni ‘ 30 ai ’50, che sono quelli che ci guidano da 30 anni e che ci governano ora. I manager creativi, i soloni della politica, i geni dell’impresa.
Sono quelli che poi hanno generato i ragazzi degli anni ’80, quelli a cui si ruba il futuro, quelli messi peggio di chi faceva la guerra, perchè se dopo le bombe la ricostruzione era necessaria adesso non ci sono più nemmeno le bombe. Adesso, forse, quelli degli ’80 saranno troppo vecchi quando l’economia ripartirà e sono stati troppo giovani per inserirsi prima. Quelli dell’ottanta trovano normale non poter progettare una famiglia, un mutuo, trovano scontato lavorare quasi gratis, sono quelli che girano in scooter perchè l’assicurazione auto è un miraggio e vivono coi coinquilini per abbattere i costi…Bamboccioni.

Da un figlio degli ottanta un caro ringraziamento agli italiani del ’59.





Berlusconi e le donnine

scritto da Sanfedista il 21 giugno 2009,11:40

Come mai in Francia nessuno ha scritto una riga negli anni in cui, all’Eliseo, Mitterrand frequentava donnine  al piano di sotto mentre Danielle (la moglie) viveva al pia­no di sopra con il suo amico?

Perchè in Italia la demonizzazione di Berlusconi è sport nazionale, nonchè siamo i primi a  volerci demolire agli occhi del mondo.

Intanto Berlusconi tra poco più di un mese sarà il primo uomo politico nella storia a presidiare un G8 per la terza volta…

Ultima domanda, se partiamo dall’assioma che la stampa in Italia non è libera, dobbiamo pensare che quella cartacea è evidentemente al soldo dell’opposizione, altrimenti come si spiegherebbe questa crociata contro Berlusconi e le sue donnine?

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sotto a chi tocca.

scritto da Sanfedista il 19 febbraio 2009,12:56

La lista delle persone a cui è toccata è la seguente:

W.J.Veltroni, che con quegli occhioni ora si rende conto di essere stato fregato da sempre, da quando lo misero a comandare per poi farlo esplodere come il colpo del cannone del Gianicolo, a salve ovviamente.

Benigni, il nostro Bob Hope, geniale, irriverente, impertinente, lucido, acuto, brillante, istrionico…ma proprio per niente…mento ovviamente, populismo. Il toscano se domani morisse Berlusconi sarebbe disoccupato. E la neve? La neve? Neve? ? L’iportante è non deprimersi per ciò che appare, ma per quello che non possiamo cambiare.

Napoli calcio. Decimi in classifica ed il Sanfedista quasi non parla più con i suoi perchè tanto che c’è da dire?

Di Pietro favorevole alle ronde dei cittadini, un genio! La fortuna in questo periodo è sua. Se domattina s’accorgesse che gli italiani amano la senape, incomincerebbe a girare con accette contro maionese, ketchup (?) e affini, neanche il proibizionismo degli anni ’20 a Chicago.

Fausto Leali, M.Masini e tal Arisa. Naufraghi in S.Remo tirano tre pezzi non male, i primi due amari, demagocici ed induttori di lacrimazione (in particolare Leali), la terza con "Sincerità" sembra uscita dallo zecchino d’oro e questo mi piace assai.

La mia cabrio, che in seguito a revisione (seppur giovanissima) aspetta con ansia un pezzo da circa un mese, pronta per spogliarsi al primo sole.

Alla gelosia -tocca pure a lei-. Cannonneggiamenti fiaccano l’animo ma (stile veni vidi vici) la truppa riorganizzata dopo le piccole scaramuccie pare essersi ben assestata su solide posizioni.

A Berlusconi che forse candida Mastella. Ceppaloni e Berlusconi un asse mortale e immorale ed io che per le europee mi preparo a rinchiudermi in un seggio e -tratti alcuni ostaggi- incominciare a leggere poesie per regalare del bello ai cittadini oramai costantemente violati.

All’Italia che stesa guarda passare il tempo come un’innamorata guarda passare le nuvole, io credo che ancora un po’si alzerà dal mediterraneo e si scrollerà di dosso gli italiani, che piomberanno sparsi chi in mare, chi nei balcani, chi in francia e in prussia,  chi, sfruttando correnti, sino in scozia e svezia, diventando finalmente innoqui perchè sparpagliati.

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Perchè l’Italia continua a deludermi: sparare sulla Freccia Rossa è come sparare sulla Croce Rossa

scritto da Sanfedista il 9 gennaio 2009,15:50

Io credo che l’Italia abbia ancora molta strada da percorrere e se lo fa sui binari allora il ritardo è garantito.

Le FFSS, ora Trenitalia (sic), hanno pomposamente lanciato a dicembre la Freccia Rossa, il nome, un prodigio del marketing, rimanda al concetto di velocità e di Italianità e non sarebbe neppure male se in realtà il servizio offerto non fosse così avvilente.

Innanzitutto, sono praticamente scomparsi i vecchi Eurostar. Con il risultato che per andare da Napoli a Roma sei costretto a sborsare 36 euro per l’Alta Velocità oppure affidarti all’improponibile Intercity. Su Napoli, inoltre, in futuro l’AV partirà dalla stazione di Afragola, con il geniale risultato che il tempo che avrò risparmiato prendendo l’Alta Velocità l’avrò perso arrivando da Napoli ad Afragola. Evviva!

I treni poi, le futuristiche Freccie Rosse, sono semplicemente i vecchi ETR 500 con una bella pennellata di Rosso, tipo slitta di Babbo Natale. Anche qui mi sorge un dubbio. Gli ETR 500 sono stati progettati tra il 1983 ed il 1985, ventidue anni fa, ma si dice che solo ora possono essere proficuamente impegnati, perchè possono raggiungere le velocità per le quali sono stati progettati. Allora o c’è stato uno spreco iniziale da parte delle ferrovie, i primi modelli di etr sono stati comprati nell’85, pagando treni che non servivano e facendoci trovare ora treni utilizzabili ma usurati, oppure erano utili pure prima ed allora non si coglie l’innovazione della Freccia Rossa, delle due una…

Divertente poi la confusione che si è venuta a creare con il fioccare di nuove tipologie di treni, ad oggi se io devo prendere un biglietto devo riuscire a districarmi tra le seguenti offerte:

  • Treno Eurostar Italia Alta Velocità Fast (AVfast)
  • Treno Eurostar Italia Alta Velocità (AV)
  • Treno Eurostar Italia Fast (ES*fast)
  • Treno Eurostar Italia (ES*)
  • Treno Eurostar City Italia(ES City)
  • Treno Cisalpino (Cis)
  • Treno EuroCity (ingloba anche CiS) (EC)
  • Treno EuroNight (EuroNotte) (EN)
  • Treno InterCity Plus (ICplus)
  • Treno InterCity (IC)
  • Treno InterCity Notte (ICN)
  • Treno Espresso (EXP)
  • Treno Regionale (R)
  • Treno Suburbano (solo nel nodo di Milano)
  • Treno Metropolitano (M)

Credo che sarebbe necessario razionalizzare un po’…

Se si pensa poi che nel 1992 già un Etr450 (Pendolino della prima generazione) assicurava il collegamento Roma-Milano non-stop in 3h58′ (ora l’AV fermando a Bologna in 3h59′) e che addirittura nel 1939, sulla “vecchia” linea, l’Etr212 aveva percorso la tratta Milano-Bologna in 1h17′ (oggi percorsa dall’AV in 1h5′)   ci accorgiamo che forse l’innovazione non è stata poi così clamorosa, se aggiungiamo che i costi di realizzazione al Km sono stati i più alti d’europa il resto viene da se…

Non mi soffermo sui ritardi che la nuova AV già accumula e sulle pessime condizioni dei bagni, dell’aria condizionata e non ultimo della sicurezza a bordo. Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, o meglio sulla Freccia Rossa.

Allego il succulento comunicato del 20 luglio 1939 spedito dall’allora Direttore Generale di FS, l’ing.Velani, per comunicare al Duce la notizia del primato sulla tratta Milano-Firenze in 1h55′ (oggi addirittura 2h10′): “Duce, Roma ….le ferrovie obbediscono ai vostri comandamenti con fede e contro qualsiasi difficoltà!” W La freccia Nera…