Thomas Chatterton, il mio cenacolo ideale pt. XV

scritto da Sanfedista il 27 aprile 2009,15:49


1752 – 1770, poeta.

 "Il mio amore è morto andate al suo letto di morte, tutti sotto il salice piangente"

Probabilmente della genialità aveva solo l’età in cui si espresse. Poeta e plagiatore di poesia medievale, dedicò la sua brevissima esistenza all’arte.
E’ stato un piccolissimo tratto di matita nella letteratura mondiale, ed ora la sua memoria sta scomparendo.

Divenne il Nume tutelare dei geni incompresi e misconosciuti e per questo assurse a icona dei romantici prima e dei decadenti poi.

La sua morte non fu naturale e per questo ancora più fascinosa, si tolse la vita avvelenandosi con arsenico per non patire fame.

Oggi la sua figura dovrebbe essere ben chiara invece, perchè potrebbe essere esempio per chi costringe ad un certo tipo d’arte giovani, spettacolarizzando la loro formazione. La tv ne è piena.

L’oblio gli è stato serrato intorno dalla scomparsa dei suoi difensori, che scomparendo spensero la luce anche sui miti di cui vivevano. Alla morte del romanticismo solo un ricordo poteva resistere ed era quello per i romantici stessi, non v’era spazio per chi li aveva inebriati.

Il quadro rappresenta la morte di Chatteron è di Wallis ed è del 1856.

Rileggere le sue opere ci consente di entrare in un ristrettissimo circolo e magari trasognare al rezzo aprilino, lasciando i pensieri vagare oltre i capelli sino al tardo raggio di sole che accativa l’ultima plaga salva dal buio.