Abitudini e vizi

scritto da sanfedista il 29 aprile 2013,23:26

Il limite tra abitudini e vizi è lo stesso tra il vogliamo e il ne abbiamo bisogno. Non c’entra la morale. Nel primo caso ci guardiamo allo specchio vestiti nel secondo ci guardiamo nudi e non ci piaciamo, ma comunque non smettiamo di guardarci concentrandoci in un particolare del nostro corpo che amiamo. L’inganno è esso stesso un vizio e lo specchio è sincero finchè lo si guarda di sfuggita, appena cominciamo a soffermarci allo specchio addolciamo l’immagine che ne deriva e il riflesso s’infrange nell’ennesimo trucco. La pena in orgoglio. La compassione in giustificazione. L’oggi in un domani a cui abbiamo consegnato la nostra cartolina, che per chissà quale motivo, riletta il giorno dopo dovrebbe essere migliore, meno aspra, più misericordiosa con la realtà dello ieri. I giudizi sono sempre immediati, trascorso il tempo sono bilanci e nei bilanci possiamo nascondere sempre la verità.

“Erano tempi diversi, e voi che avreste fatto al posto mio? Non dico che fosse la strada giusta, ma a me sembrava, in quel momento, quella più percorribile”. Un brivido lungo la schiena, le endorfine circolano e noi ci tuteliamo dalla realtà. Che evidentemente, alla fine, non esiste mai.

frase del giorno

scritto da sanfedista il 16 aprile 2013,23:46

 

 

 

PER QUALCHE ISTANTE, OGNI TANTO…

 

 

 

 

 

 

 

 

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un tuffo al mare

scritto da sanfedista il 15 aprile 2013,18:51

Qua a Napoli è esplosa la primavera. Quando arriva la primavera tutti si è abbastanza indifferenti. Quasi infastiditi. La attendiamo sempre un po’ prima. A Napoli anche se la primavera arrivasse a dicembre diremmo “l’anno scorso è arrivata a novembre” oppure “dopo tutta questa pioggia ci mancava pure che non arrivasse”. Oggi giravo per il lungomare e c’erano alcuni ragazzi sugli scogli, uno si è spogliato e si è tuffato. Così naturalmente che per qualche secondo ho pensato di farlo anche io. Però poi mi sono guardato intorno e mi sono accorto che non c’erano compagne di classe da sedurre con un gesto guascone e quindi ho desistito. Io sono un tipo autunnale, la primavera mi turba anche perchè le cose più stupide della mia vita le ho sempre fatte in primavera. L’autunno è meglio perché te lo godi dato che poi arriva l’inverno. La primavera invece è una forma blanda dell’estate. Forse è una stagione che piace fino ai 20 anni. Si la primavera, secondo me, piace fino a quando hai 20 anni o stai all’università, poi diventa lo sfogo di una rabbia e la accogli con sufficienza. Però il castel S.Elmo come era bello stamattina, visto da via Cesario Console. Tutto definito contro il cielo, sorridente come può essere un castello.

 

 

 

ballon d’essai, Doppelgänger, opimo

scritto da sanfedista il 9 aprile 2013,11:48

E’ un periodo in cui mi sento perseguitato da me stesso. L’ombra è una iattura in realtà, perché seguendoti ti ricorda costantemente che ci sei. Il me stesso è ingombrante, opimo per l’appunto, e non sono io. Io non vivo con me vivo con un mio gemello martellante che fa della sua vaghezza la sua forza. Non mi risponde a quasi nulla e quando lo fa è solo per sondare, come un ballon d’essai, ipotetiche strade dagli esiti assolutamente incerti. Sarà che non ho fratelli, sarà che quindi non c’è confronto con un consanguineo coetaneo. Ma la mia ombra mi fa inciampare. Com’è l’altro? L’altro sono tutti i me che non sono come me ora. Questo mi ricorda di come la nostra personalità la possiamo descrivere più facilmente con le negazioni. Cosa non siamo è più definibile di ciò che siamo in un dato momento. Ma è molteplice poichè non siamo molte più cose di quelle che siamo. Questo innegabilmente ci porta turbamenti. Le cose che siamo usciranno sempre sconfitte dalla cose che non siamo, fosse altro che per il numero di possibilità che avremmo. E’ un discorso labilissimo, in cui però secondo me si cela il segreto della felicità. Non inciampare nella nostra ombra, conviverci, ci permette di alleviare di un po’ il lavoro del cervello che macina costantemente ipotetiche strategie per condurci verso altro. Mille strategie. Porte che aperte conducono a biforcazioni, che sommandosi prendono la sembianza di quei giochini con la pallina, in cui nel momento in cui la lanci non sai quale strada prenderà. Puoi solo lanciarla troverà poi lei una strada verso il premio o verso il buco. Rivalutando la passività, il fato e diminuendo la consapevolezza di se e delle possibili scelte, possiamo forse essere più felici. Non saremo mai infatti in più luoghi contemporaneamente ed allora far scegliere agli eventi può essere medicamentoso. Proseguire come la pallina il proprio percorso, evitando poi bilanci è forse uno dei migliori metodi per vivere la vita. Gli eroi romantici sono morti, l’autodeterminazione pure, navigare contro vento per arrivare forse in un luogo dove essere più felici? Investiamo lo sforzo per essere felici qui ed ora, a favore di vento.

 

 

 

Frase del giorno

scritto da sanfedista il 4 aprile 2013,14:39

Solo nella musica, tra tutte le arti, si cela il mistero della creazione primigenia. Le altre forme, le altre muse, imitano ciò che si vede o che si ascolta. L’uomo ha cominciato a dipingere e scolpire ricalcando ciò che comunque poteva vedere. Abbiamo iniziato a scrivere per raccontare storie che già conoscevamo. La musica no. Nulla in natura è equiparabile alla nona di Beethoven, l’uomo l’ha potuta generare solo da un impulso mistico interiore. Da un immenso slancio creativo puro, non contaminato dalla natura altra, esterna all’essere umano stesso.

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