Esotismi

scritto da sanfedista il 25 ottobre 2011,23:46

Magari a fumare un po’meno riuscirei anche a non farmi pulsare la vena della mano. Ma tant’è. Devo staccare i pensieri e lasciarmi andare dolcemente all’immagine di come sarei altrove. Se fossi in India mi piacerebbe essere una mucca, piazzarmi davanti agli autocarri e sorridere ruminando della rassegnazione altrui e dei clacson. Se fossi in America forse sarei a Las Vegas con occhi vacui e bocca socchiusa a sperare nel rosso. Se fossi in Germania starei certamente dormendo, domani si lavora. Se fossi in Tunisia mi piacerebbe essere un fuoco scoppiettante sulla spiaggia o una casa colonica a guardia di un palmeto. In Grecia una bottiglia di Ouzo che tiene sveglio qualcuno preoccupato. In Australia un ragazzino all’ultimo giorno di scuola che fa progetti per l’estate, quei fantastici progetti semplicissimi con aspirazioni banali e facilmente attuabili. Se fossi in Russia sarei malinconico, Dio quanto lo sarei, sarei malinconico e bianco come la neve della Taiga…sarei malinconico come ora che tutto mi sembra velato d’ironia consapevole. Un mezzo sorriso bianco e storto che si confonde con la neve, di chi ci è quasi arrivato ma alla fine ha mollato e non si saprà mai il perché. “Quello lì?” “Quello lì c’era quasi  ma poi rinunciò, nessuno ha mai saputo il perché ed obiettivamente non m’interessa nemmeno”.

 

Pregi e difetti.

 

 

 

 

C’era una filastrocca…

scritto da sanfedista il 16 ottobre 2011,12:20

« Remember, remember,

the fifth of November,

Gunpowder, treason and plot.

I see no reason

why Gunpowder treason

Should ever be forgot! »

 

 

…ogn’uom’ di Ferruccio ha il core, la mano, il suon d’ogni squilla i Vespri suonò. Stringiamci a coorte,siam pronti alla morte.Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò…

 

un’automobile, una curva e poco più

scritto da sanfedista il 12 ottobre 2011,16:33

Imboccò il tornantino senza pensare troppo al leggero strato di foglie autunnali sulla strada. Lo imboccò rapido, secco. Un colpo di freno, frizione giù, scalo di marcia e poi di nuovo gas. In curva si entra col freno e si esce con l’acceleratore. Le braccia erano rigide sul volante a tre razze. Il contagiri a fondo bianco saliva e scendeva scandendo, come un direttore d’orchestra con la bacchetta, il tracciato misto che scorreva sotto le ruote. Con un piccolo colpo fece balenare i fari per avere più luce sulla curva che terminava il lungo rettilineo. Le gomme tiravano fuori le unghie per restare attaccate al suolo…

 

Sai cosa? che proprio non so che c’è dietro quella curva. Ho immaginato tutto ma nel mio cervello non riesco a guardare oltra la curva, ho finito l’immaginazione e avrei potuto far finire la benzina alla macchina. Si dai.

 

finchè il motore iniziò a strappare, sempre di più, l’acceleratore andava a vuoto… “cazzo la benzina”, pensò. In aperta campagna all’imbrunire senza benzina e col cellulare che non prende. Una splendida macchina ferma sul ciglio della strada. Così la faccio finire la storia. Un po’ come me ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

frase del giorno

scritto da sanfedista il 6 ottobre 2011,23:59

abbiamo indossato gli occhiali sbagliati. quelli per leggere da vicino, forse noi gli occhiali per vedere da lontano li avremo solo dopo. per tutto il resto c’è la canzone che segue.

 

 

 

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