E’ morto il Re, viva il Re!

scritto da Sanfedista il 30 marzo 2008,13:11

Ed allora la folla saputa della notizia incominciò a correre verso la piazza, il maniscalco lasciò i ferri, il fabbro abbandonò il mastice ed il venditore di stoffe chiuse la bottega. Il vociare prima lento, si fece furioso come un fiume in piena, le campane della chiesa rintoccavano a morto, i colpi uno dopo l’altro si fecero sempre più tristi, come se il bronzo avesse inteso la notizia che stava dando.

Il Re era morto,  guardia reale con il feretro a spalla lo stava trasportando alla Cattedrale. Ed io, il Re, mi rimettevo la corona, pronto a regnare di nuovo.

Oscar Wilde, il mio cenacolo ideale pt. XI

scritto da Sanfedista il 18 marzo 2008,13:25

1854-1900, artista, dandy, decandente.

"Nessun gentiluomo fa mai ginnastica"

"E’ una cosa terribile per un uomo scoprire improvvisamente che per tutta la vita egli non ha detto altro che la verità"

"Tutte le donne diventano come le loro madri. Questa è la loro tragedia. Gli uomini no. E questa è la loro tragedia"

"Nel caso di donne molto affascinanti, il sesso è una sfida, non una difesa"

"C’è sempre qualcosa di ridicolo nei sentimenti di chi non si ama più"

"Stupisco sempre me stesso. E’ l’unica cosa che renda la vita degna di essere vissuta"

"Almeno una volta nella vita ogni uomo cammina con Cristo verso Emmaus"

 

 

Aggiungo solo che era alto circa un metro e novanta, tutte le parole mi si seccano come tralci tagliati.

Perchè la giurisprudenza non produce geni.

scritto da Sanfedista il 17 marzo 2008,11:06

In realtà la parola genialità deve stare alla larga dalla parola giurisprudenza, i giuristi non possono essere geni, poichè è la giurisprudenza stessa a non poter produrre genialità.

Vi siete mai chiesti perchè non ci siano premi per i giuristi? Il nobel v’è per quasi tutte le scienze, ma non v’è un Nobel per la giurisprudenza.

Il giurista semplicemente interpreta ma non produce praticamente nulla. Le stesse leggi sono semplicemente delle codificazioni di comportamenti umani, le grandi riforme poi le fanno i filosofi che poi si affidano ai giuristi per ridurre le idee in forme applicabili.

Il fisico, il chimico, l’architetto, il poeta, ad un certo punto vedono oltre; vanno oltre ed infrangono quello che c’era prima, vedono cose che altri non vedono e cercano di realizzarle. Si trovano al cospetto del cosmo, delle cellule, degli spazi e delle pagine e decidono che ci può essere una nuovo punto di vista. Questa è la genialità.

Un giurista al massimo può interpetare una norma, può chiarirne il significato, può produrne di sue, ma sono sempre codifiche  date dalla fredda osservazione di comportamenti che gia esistevano. Sono regolamentazioni di azioni umane spontanee. Non v’è nulla di geniale nel diritto.

E’ fredda burocrazia appllicata all’animo umano.

Palindromie

scritto da Sanfedista il 12 marzo 2008,09:52

…in girum imus nocte, ecce, et consumimur igni…

il primo che me lo traduce vince un mio sorriso.

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Fini, Ciarrapico.

scritto da Sanfedista il 11 marzo 2008,12:04

Che tristezza vedere l’on.Gianfranco Fini chiedere a Berlusconi di far ritrattare al candidato Ciarrapico le sue simpatie per Mussolini ed il Fascismo.

Eppure un tempo non era così, si vede che il potere logora…che carnevale, che uomini mediocri per tempi difficili, spero solo che il buon Dio tenda una mano alla nostra Patria e ci salvagurdi in queste ore oscurissime. 

Intanto, quasi quasi, come l’amico Veni Vidi Vici, mi verrebbe voglia di scavar trincea e incominciar a resistere.

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Frasi oscene.

scritto da Sanfedista il 6 marzo 2008,23:31

Esco dalla Metro, piove (sì sto usando i mezzi pubblici, non è tempo nè da cabrio nè da scooter).

Bene esco dalla metro, dicevamo, e mi avvio al sottopassaggio con una donna di mezza età accanto, ho l’ombrello ma pioviggina e non lo apro, la donna lo apre, poi mi guarda e mi fa:" Voi non lo aprite l’ombrello?", dico io:" No, signora piove poco, non siamo mica fatti di zucchero", lei mi guarda e convinta mi risponde:"Si, voi poi siete alto vi bagnate di meno".

Perplessità, sconforto, rido, lei prosegue…

Che dire, tutto il resto è noia…

 

Mezzi Pubblici.

scritto da Sanfedista il 5 marzo 2008,12:27

L’autobus è una sorta di ospizio semovente, ma non solo, è anche un ricettacolo di russe tinte di rosso e maleodoranti ma ricoperte da quei profumi che fanno molta nostalghia ed è pieno di studenti sfigati, quelli che non hanno il motorino o che non riescono a prendere un passaggio da nessuno, quelli con i brufoli ed i capelli un po’ unti, quelli che hanno quelle cartelline con i disegni di tecnica e gli occhiali con le montature alla moda ma che addosso a loro risultano inappropriate.

L’autobus è un ambiente che promana le stesse sensazioni della Londra vittoriana, dei vicoli dei docks o di whitechapel. L’autobus traballa come una goletta olandese nel porto belga di Ostenda, l’autobus si inerpica a fatica su per la collina come lo sherpa sugli ottomila metri del Dhaulagiri.

L’autobus mi fa ribrezzo per gli argomenti che si sviluppano al suo interno: la sagra del pressappochismo e dell’ignoranza; s’ingenera una sorta di competizione dove vince chi riesce a dire il maggior numero dei più banali luoghi comuni, ed io mi fingo sordo.

Una vecchia malvissuta mi guarda e cerca approvazione da me sul suo discorso: imploro il misericordioso Padreterno che la fulmini all’istante e che le sue esequie siano effettuate dal vento stesso, che con una breve folata disperderà le sue ceneri fumanti.

Schiaccio il bottone, prenoto la fermata, scendo, manca un chilometro ma preferisco la pioggia.

Applausi:

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Signora lascio? Quanti grammi? solo 50! Vabbè lasci.

scritto da Sanfedista il 4 marzo 2008,16:39

Se l’inerzia è propulsore marzo è comburente.

Mi limito a poche sporadiche apparizioni su questo blog che rispecchia sempre più la mia vita.  Brevi apparizioni e grandi miracoli.

Avrei bisogno di un nuovo completo tweed, vorrei un impermeabile, ma meno della mia pelle, troppo caldo altrimenti.

E mentre m’accorgo che la vita è onere e non merito, mi rendo conto che anche il Boss la pensa così.

Se si potessero racchiuder lacrime in un file, questo scritto sarebbe secco come il Po, non piango perchè si piange quando il riparabile è irreparabile, ancora no, ancora no, dolce amore mio.