il giorno dopo le elezioni

scritto da sanfedista il 26 febbraio 2013,11:41

Troppa ideologia e poca logica

 

 

 

 

 

…e votate bene

scritto da sanfedista il 24 febbraio 2013,14:54

Rientro dopo tanti anni nella schiera di quelli che si decideranno alla fine, occupando la cabina come il bagno di una discoteca. Comunque voi votate bene.

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Da Nang

scritto da sanfedista il 20 febbraio 2013,01:32

Da Nang, 
ore 1,32

Da Nang non è Saigon. Quello che c’era di grandioso a Saigon qui è umano. Compiti di routine. Redazione dispacci, organizzazione catena di comando. Controlli truppe e parate. Immense parate. La divisa sporca è ora alta uniforme impeccabile. Cene all’ambasciata e cocktail dai generali e dai papaveri in visita. La guerra qui più vicina, paradossalmente appare invece più distante. Attutita dalla realtà più familiare che tutto pacifica. Il rumore degli elicotteri che pur sorvolano il cielo e dispiumando le pale sul sole, è attutito dalla banda; una banda che suona più forte del mortaio.
I feriti sorridono, trovano anche le forze per ballare a volte. Certo di tanto in tanto si pensa al dolore, si guardano le medicazioni. Ma mai con timore o dolore. I tagli, i segni delle schegge o dei proiettili sono varchi aperti sulla battaglia. Pensi al dolore solo per rinfrescare il ricordo della prima linea, che manca solo per qualche istante. Un bicchiere di vino non pesa come un m-16 e quindi i muscoli forti, abituati a sostenere ferro, devono riabituarsi. Ti rendi conto alle volte di utilizzare una forza spropositata per compiti molto semplici. Ma l’addestramento è quello e non puoi farci nulla. Scavi nel caviale come scaveresti una trincea.
Per la prima volta sento il tintinnio delle medaglie, che non trovano posto sulla mimetica. Da Nang è bella, è ancor più bella perchè è in guerra. Ma Da Nang è da sempre in guerra e quindi qui sono tutti, in qualche modo, reduci come te, ed allora ti puoi anche confondere tra i tintinnii. Puoi anche perderti con gli altri reduci, che, infondo, basta uno sguardo per capirsi. Un mezzo sorriso per afferrare la fatalità dell’esistenza di chi ha imparato, prima di te e meglio di te, a scavare nel caviale come si scava nel caviale. Dissimulando il fatto che domani potrebbe non essercene e soprattutto assaporandolo, anche la prima volta che lo si mangia, come un alimento che si conosce da sempre. Il caviale qui a Da Nang non è diverso dall’hot dog: è cibo e si consuma con l’allegro distacco con cui si consuma tutto. Penso sia il mio posto, penso che dopo Saigon non potrei essere altrove che qui.

 

DISPACCI PRECEDENTI:

http://www.sanfedista.it/2012/09/06/ultima-notte-a-saigon/

http://www.sanfedista.it/2008/06/24/saigon/

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frase del giorno

scritto da sanfedista il 14 febbraio 2013,12:00

 

 

 

…com’è bello il rumore di un mazzo di fiori freschissimi…

 

 

 

A_Red_Rose_For_You

 

 

 

 

 

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fine w/e

scritto da sanfedista il 10 febbraio 2013,19:45

Uscire dal w/e, è sempre come risvegliarsi in un posto diverso da quello in cui ti eri addormentato.

Riflettevo poi stamattina di quanto parliamo con noi stessi. Cioè io continuo a parlare con me. Un dialogo con me infinito. Mi pongo delle domande e il mio cervello risponde. E’ strano come procedimento perchè le risposte dovrebbero essere già contenute nel cervello. Quindi non dovremmo porci le domande perchè le stesse domande sono solo un artificio per dare modo al cervello di comunicarci quello che già pensa, e che quindi già pensiamo noi. no? Cioè lo stesso cervello che fa le domande è quello che poi ci risponde. Mentre noi ci rivolgiamo a lui come se fosse un’ente differente, quasi ci rechiamo in maniera immaginaria da lui. Ci vediamo magari che apriamo una porta e lo consultiamo.
Non so perchè al posto di farci domande e darci risposte non ci diamo direttamente le risposte. Deve essere una sorta di difetto dell’essere umano. 
Un problema a cui forse l’evoluzione ovvierà in qualche modo.
Magari tra mille anni ci risponderemo e basta senza bisogno di farci in testa le domande per agevolare la risposta. Anzi reagiremo agli impulsi esterni direttamente con una risposta, senza chiedercelo, senza porre in atto questa clamorosa farsa. Il cervello valuterà autonomamente le opportunità e ci suggerirà quella più vantaggiosa. Senza tutto il procedimento, la pagliacciata.
 
Gli schizofrenici a questo punto credo siano quelli che sono davvero convinti che il cervello sia “altro” e non parte di noi. Quelli che portano ad estrema conseguenza questo procedimento. Forse sono più puri di noi. Forse solo un passo evolutivo dietro di noi. E noi saremo gli schizofrenici del domani.
 
 
 
 

 

c’era una volta

scritto da sanfedista il 6 febbraio 2013,22:56

ed il fumo che sale da chissà quale

sigaretta,

un camposanto di mozziconi tra i denti schiacciati

100 becchi gialli riposano in groviglio

e se non scorgo quello che ancora si consuma

per me ardon tutti in unico giaciglio

e ci impazzisco, vi assicuro,

vorrei riveder per un istante sotto la bragia

il diamante che brilla,

il carbone rossastro,

la scintilla

di quell’ultimo tiro

che tanto m’appartiene da non sopirsi mai

che va’avanti a strinare distante dalle mie labbra,

come un urlo che caldo di fiato

non si raffredda in lontanaza

ma continua a vibrare