Spigolature.

scritto da Sanfedista il 29 novembre 2008,17:11

Si è tolto la vita l’ex assessore del Comune di Napoli Giorgio Nugnes, 48 anni del Pd, coinvolto nell’inchiesta della procura partenopea sugli scontri avvenuti nel quartiere di Pianura, nel gennaio scorso, durante le manifestazioni antidiscarica.

 

 

Chi va’ per questi mari…

Perchè nessun assennato può essere islamico

scritto da Sanfedista il 26 novembre 2008,23:26

Io non sono Islamico perchè ho studiato Kant, Voltaire e Charles de Montesquie. Io non credo che il maiale sia più infame di chi non lo mangia. Io non sono mussulmano perchè non credo nella bontà della lapidazione, perchè il mio medioevo l’ho già vissuto e si è concluso con il rinascimento.

Io non sono mussulmano perchè cerco l’ispirazione dal buon Cristo, e anche se alle volte pecco in parole, azioni, opere ed omissioni, so sempre che la soluzione non è la mattanza di gente indifesa.

Io forse non sono un buon cristiano, perchè alle volte vorrei vedere gente appesa ai chiodi, magari agonizzanti, magari inneggianti la verde bandiera dell’Islam.

Io non sono mussulmano perchè credo che nessuno intellettualmente sano e che conosce quel po’ di mondo che serve possa scegliere di esserlo.

Io magari alle volte non sono un buon occidentale, perchè mi repellono alcune abitudini di questo emisfero ed il disfacimento di costumanze, che pure hanno fatto grande una stirpe di europei.

Io non posso accettare la guerra contro i miei simili, non posso farlo e per questo sarer pronto ad imbracciare un fucile per mondare chi uccide. Sembrerò forse paradossale, ma credo nella giustizia delle armi. C’è sempre una parte che spara a ragion veduta ed io ho la iattanza di sapere che quelli nel giusto siamo noi.

Io non sono mussulmano perchè deliberatamente odio chi attacca gli inermi.

Io credo che in questo mondo, così come si è ormai assestato non ci sia più spazio per queste atrocità che pur prima venivano tollerate.

Non mi dite che anche l’occidente lo fece, non mi dite che pure l’occidente ha mattato gli inermi, io vi dico che il tempo verbale già vi spiega molto (è stato) ma vi dico pure che quando è successo parte dello stesso mondo occidentale ha ripugnato quelle azioni e si è impegnato per estirparle.

Io non vedo un politico arabo, alzarsi in piedi e promuovere lotte o guerre contro chi stermina tradizioni chi nel nuovo millennio ancora promuove gli olocausti.

Io non vedo lo stesso disprezzo che tutto l’occidente provò alla scoperta dei Lager, nei sentimenti dei mussulmani quando apprendono delle atrocità compiute dai loro fratelli.

Io mi ricordo di islamici che bruciavano bandiere americane l’11 settembre 2001 e saltavano di gioia, neanche stessero incitando le cagne delle loro madri a sgravare un nuovo terrorista.

Io non posso essere islamico, perchè in questo momento, mentre dall’India arrivano le immagini a me tremano le mani e l’odio per loro si fa sempre più grezzo, aspro, ancestrale.

Terrorista islamico della lunga notte di Mumbay…

La milonga del domingo

scritto da Sanfedista il ,00:57

E diede fuoco alla sigaretta che maneggiava da un po’, con l’altra mano lasciò cadere l’accendino nel cappotto, con lo stesso movimento tirò fuori le chiavi della macchina, salì a bordo, accese il motore e dopo un istante i fari, il quadro s’illuminò. Poi i tergicristalli, ingranò la prima, guardò lo specchietto, lanciò uno sguardo ai suoi occhi riflessi e poi partì. Astor Piazzolla alla radio, la cintura stringeva il petto e conteneva il corpo nelle curve che veloci scorrevano sotto il 2.5.

Non è tanto il buio delle strade di notte, a quello rimediano i fari, è il buio che le circonda, quello subito dopo il guard rail. Pensò, scalando in terza.

La sigaretta era volata dal finestrino, lasciando entrare qualche goccia, Piazzolla continuava.

Sarà una cazzo di retrospettiva del tango argentino. Bizzarro, ma chi li decide i palinsesti radio? All’una di notte il tango. Mah.

Un caseggiato in lontananza, superandolo s’accorse che le finestre erano sbarrate ed un cartello di vendita era l’unica nota di colore sull’intonaco irrimediabilmente grigio.

Magari me lo compro con la liquidazione, sarebbe carino abitare su una strada statale dismessa in mezzo all’appennino. Potrei dopo un paio d’anni avere anche la luce elettrica…potrei vivere dei frutti del bosco, farmi crescere la barba e dipingere martirii di S.Sebastiano, anime del purgatorio e quanto di più truce la mitologia cristiana mi offre. 

La strada s’inarcava in tornanti sempre più curvi.

Benzina c’è, ho visto troppi film per farmi trovare senza carburante su una strada di montagna di notte sotto un temporale.

Sorrise e chiuse le sicure.  Accese un’altra sigaretta. Cambiò stazione, ma dopo un giro completo di frequenze la radio lo riportò ad Astor Piazzolla.

E sia.

Ripensò al matrimonio ed a quanto aveva fatto schifo il ragù di cinghiale. Aveva ancora quel disgustoso sapore in bocca, la sigaretta non migliorava. Ripensò a tutti quei pensieri banali che si fanno per tenersi svegli, quei pensieri che alle volte lambiscono l’onirico, quelli che sono esattamente il bagnasciuga tra la veglia ed il sonno, quelli che poi scivoli ancora un po’ e ti trovi a continuarli dormendo materializzati in sogno.

Merda, muretto, muretto, muretto, cazzo, cazzo.

La macchina cominciò a strusciare sul muretto in pietra, un rumore folle e poi stasi. L’aria, l’interruzione. Di nuovo rumore, l’auto rotolò veloce verso il basso, poi di nuovo silenzio.

Crepare con Astor Piazzolla non è male, i tergicristalli vanno ancora, ma ha smesso di piovere…

L’ultimo pensiero a Victor che proprio quel pomeriggio gli aveva confessato nell’orecchio il senso della vita, era un segno.

I mulini li vedi ancora? Dimmi però dov’è il vento. Dimmi però dov’è il vento…

Un colpo di tosse e libertango in sottofondo. Se ne andò via con il vento.

martiri moderni, il buon Saviano e la suprema mediocrità

scritto da Sanfedista il 14 ottobre 2008,18:30

Io sapevo che il martire è colui che sacrifica la propria vita per una causa meritevole e massimamente condivisa.

Pensando alla frase e collegandola allo scrittore d’inchiesta (sic) Roberto Saviano, i conti non mi tornano. Eppure l’ho riletta, ma c’è qualcosa che non gira nel paragone. All’inizio pensavo si trattasse della "causa meritevole", ma poi no, la causa meritevole ci sarebbe pure: chi potrebbe mai opinare che la produzione di un bestseller non è causa meritevole? Poi ho pensavo alla "condivisione", pure quello ci sta: effettivamente il moderno bardo delle malefatte camorristiche ha portato avanti un’opera didascalica; ha fatto conoscere al resto del mondo come si vive in alcuni lembi ai confini dell’impero.

Non mi sono dato per vinto. L’ho trovata: la cosa che stride tra la definizione di martirio e Saviano è il fatto che il secondo è ancora in vita.

Sì: vita era la parola che m’ingarbugliava la mente. Perchè, diciamocelo, per essere martire devi essere morto; è una imprescindibile condicio sine qua non.

Poco male: la camorra, i clan, vogliono ora rimediare e dare a tutti noi la soddisfazione di un nuovo martire. Continuando, diceva qualcuno: meglio un coglione vivo che un martire morto. Non fa per me, i coglioni sono due, due sono quelli utili, gli altri sono in esubero. I martiri servono vivi, lo so non sarebbero più martiri, ma a chi importa?

Saviano con la sua opera, mal scritta e mal romanzata da atti processuali, ha però compiuto un altissimo servigio alla Nazione: ha dato una faccia a chi combatte la camorra, ha creato un’icona, un Falcone, un Che Guevara, un personaggio con cui identificarsi quando la morsa è stretta.

Non penso che il romanzo Gomorra sia un’opera letterariamente pregevole, anzi credo sia un’operazione del peggior marketing alla "cavalchiamo la tigre", ma nemmeno il Mein Kampf era scritto bene o proponeva nuove soluzioni eppure quante coscienze ha smosso.

Gomorra è un catalizzatore di speranza, è il volto ad un sentimento, un riflettore acceso nel buio della notte.

Saviano con la sua creatura è riuscito a porre una bandiera alla quale rivolgersi. Non rileva se scrive bene, se le cose che dice sono esatte, ci interessa che sia riuscito a creare una figura da contrapporre all’eroe cattivo. Proprio come Falcone e Borsellino, e non importa che i due magistrati lottavano attivamente e con successo, importa che erano divenuti un simbolo, come Saviano.

I tempi che corrono sono quelli che sono. Non vedo Maradona, non vedo Fellini, non vedo Picasso e non vedo Kennedy ma non vedo neppure Montale, e allora teniamoci stretti le nostre stelle polari di serie B. Perchè se di mediocrità bisogna vivere che si viva di suprema mediocrità, se a Marlon Brando si sono sostituiti i tronisti ben venga che a Borsellino si sostituisca Saviano. Ben venga che ci sia ancora qualcuno che porti la tiara del martire, di poliesteri magari ma quanto ne abbiamo bisogno…

oops forse è più indicato questo…