Kunst um der Kunst willen

scritto da Sanfedista il 14 settembre 2009,21:19

Perchè le digressioni sono necessarie. Ed allora aggiorno, potrei perdere del tempo a raccontarvi di una partita da biliardo con un campione zoppo, in una sala con la saracinesca abbassata e con un silenzio da campo centrale di Wimbledon. Intrigante…

Oppure potrei svelarvi la mia voglia ostinata di poggiare portacenere intsabili sul letto e poi dettagliare sugli accadimenti legati ai miei movimenti sul materasso. Maledetta cenere sul cuscino. Le mie sospirate invenzioni oziose, come legare un segnalatore acustico ad ogni cosa, dal telecomando tv alle chiavi di casa. Segnalatori che bippano in caso di fischio. Ponendo termine a nascondini bizzarri tra me e l’universo mondo portatile.

Potrei gettare la maschera mettendo una mia bella foto sul blog, magari svelando l’esistenza dello stesso ai miei amici, alla mia famiglia, ai miei colleghi. Magari linkandolo su Facebook, che non ho.

Vado a sprazzi stasera. Non ho la voglia di parlare di politica, tanto che posso aggiungere. Sono un fascista tollerante e antifrancese. Un borbonico melanconico, un disordinato senza grazia possibile, e senza possibile indulto. Il cinema la mia passione è una cosa troppo seria per parlarne qui.

Potrei comporre parole per il piacere di rileggere e di vedere riempiti spazi sul bianco, ma questo è troppo decadente anche per me.

Vorrei sapere chi mi legge, giusto 4 righe per raccontarvi, ma tanto so che i miei lettori se mi leggono sono pigri quanto me.

Ed allora indolente indovinello:

"Perchè i corvi non volano mai di notte ed i gabbiani mai all’alba?"

Dico sin da ora che se non riceverò risposta, o risposta esatta la soluzione non la darò io…

Palla otto in buca ad angolo…-disse mangiucchiando nulla in bocca.

Per un istante la polvere di gesso fu magica ed il verde un mare piatto di silenzio arenato. La palla scomparve nella buca e pochi istanti dopo, lo zoppo, rialzato lo sguardo dopo il colpo, si girò verso la sala, che dalla penombra era passata al buio assoluto: scomparsi gli spettatori e i loro puntini incandescenti tra le labbra. Rigirato non trovò più il tavolo da biliardo, la rastrelliera, il segnapunti e l’avversario. La palla scivolando in buca si era portata via tutto il mondo come un tappo di una vasca tirato via in un istante. Lo zoppo per qualche istante attese qualcosa, ma poi svitò la mazza, la rimise nel fodero e s’incamminò via, con un sorriso sulle labbra, la mazza a tracolla e giochicchiando col gessetto in mano.

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#1
16 settembre 2009
 

Chi ti legge continuerà a farlo…

Commento di utente anonimo — 16 settembre 2009 il 13:37

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