il filo, la caverna, la primavera,

scritto da sanfedista il 30 novembre 2013,22:30

ogni tanto provo a illuminare il buio della grotta

cadenzo la torcia, accesa/spenta, accesa/spenta

ad immitar l’sos che vidi una volta in un film di guerra.

Sono qui con l’estremo della corda in mano, il mio estremo

e di tanto in tanto lancio un urlo dentro

nulla; ribolle solo il vento che inarca la spelonca.

Comincia a piovere ed io fuori strattono un po’ la fune,

impaziente, che di te non ho più senso

la mia Arianna. Non ricordo nemmeno quando entrasti,

se era giorno, notte, estate o inverno, forse autunno.

ma mi dicesti tieni stretto questo, è il filo, il nostro.

Ed io con il filo in mano temo sempre di più sia solo mio

ma non lo lascio e vado via, fosse anche che aspetto solo buio

che da dentro non esce.

e tu magari sei sbucata all’altro capo abbandonando il cavo

ti sei gettata nella primavera. Oppure no e già da ora stai invertendo il passo.

Io non lo so e nel dubbio, che è la ragione nella  speranza, continuo fermo

e, intanto,  mi riparo dalla pioggia.

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#1
14 agosto 2014
 

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Commento di Carri — 14 agosto 2014 il 23:52

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