Frase del giorno

scritto da sanfedista il 11 maggio 2011,10:54

SeLaBarraSpaziatriceSullaTastieraDiUnComputerE’Rotta
NonSignificaCheChiScriveAbbiaBisognoD’Affetto,Tenendo
TuttiICaratteriAttaccati.

AncheSeAlleVolteNonC’E’AltraSoluzionePerContinuare
AScrivere,OAVivere,
CheSottomettersiAgliAccadimentiInaspettati
ERimanereAttaccati.

OdioAspettareInGenere,CircolanoInfluezeFuoriStagione.
FantasticaLaCanzoneCheSegue.IlTestoMiE’SemprePiaciuto.

 

 

 

 

frase del giorno

scritto da sanfedista il 9 maggio 2011,17:00

C’è un vento neozelandese oggi. Tipico vento fresco che porta vita e spazza il cielo. Solo che sono a Roma Sud, ed ho appena letto che è solo un cazzo di vento dei Balcani.

 

 

 



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Aperitivo sul 714

scritto da sanfedista il 5 maggio 2011,23:15

Il sanfedista nonostante il blasone è costretto a prendere i mezzi pubblici. Ogni tanto l’intervalla a taxi, come per interrompere una terapia e svuotare la misura.

Il 714 è un carnevale. Una roulette russa. Una terza classe del Titanic appena sbarcata nel suk di Tunisi. E’ un posto splendido. I mezzi però sono vetusti, traballanti, rumorosi e si rompono. Superare la circonvallazione ostiense, venendo dalla Cristoforo Colombo, è di fatto come uscire dalle colonne d’Ercole, se prima il percorso era sicuro, dopo, il mezzo logoro dai chilometri macinati dal capolinea del basso EUR, inizia a perdere inevitabilmente i colpi. Alle volte ce la fa, a fatica chiude e apre un paio di volte le porte, come per incamerare più aria o darsi coraggio e riparte. Oggi ha tirato il suo ultimo rantolo meccanico esattamente sopra le terme di Caracalla. Ore 18.54. Per me l’uscita dall’ufficio alle 18 è un diritto inalienabile. Oggi a causa di lavori inutili ed avvilenti per chi come me ha grandi capacità, trattavasi di redigere lettera di ringraziamento a politici da parte del mio AD, sono dovuto permanere di più alla scrivania.

Sceso con la velocità di una lucertola mi sono visto sfilare un 714 davanti agli occhi. Ho preso il successivo erodendo ben 12 minuti al mio tempo. Preziosissimo.

Il mezzo sin da subito non dava grandi garanzie. Chi li usa spesso dai primi metri riesce a distinguere se il bus ce la farà o no. Il presentimento era nefasto. Le marce ingranavano male ed ogni tanto si spegneva e riaccendeva l’obliteratrice, pessimo segno.

Dicevamo, per tirarla breve, che superata la fermata di circonvallazione ostiense, che divide i cauti dagli audaci, il pulmann si pianta. Fermo, secco, inerme come un pezzo di Lego.

Si aprono le porte scendono tutti e colgo bestemmie in tutte le lingue, perchè è il tono che fa la bestemmia. Subito dietro un 671, per me assolutamente inutile, che però raccoglie gran parte dei passeggeri naufragati diretti magari alla metro Re di Roma.

Rimaniamo in 9. Un sacerdote, due studenti, extracomunitari vari, un professionista ed un osservatore. Io.

Ci saranno stati 20 gradi, un sole obliquo che scompariva lento dietro il colle. Un po’ di vento che brividiva leggermente i capelli. Un fruscio di auto di passaggio ordinato ed un silenzio estivo. Il primo silenzio estivo dell’anno. Ho sorriso e con un occhio ho guardato la circonvallazione ostiense, con l’altro mi sono spinto immaginariamente fino a Porta Metronia. Ho guardato di nuovo il sole all’occidente che s’intravedeva ormai tra le fronde delle piante esotiche di un vivaio che fa angolo e mi sono sentito felice. Una felicità piena, senza invidia per nessun altro.

Una felicità completa. Sono stato felice di essere felice di innamorarmi ancora delle piccole felicità che la vita ti nasconde sotto minutissime pieghe. Quelle felicità che ti danno la consapevolezza che nulla è davvero mai perduto, che tutto si può ricostruire, che non esistono obblighi, che noi siamo padroni della nostra vita perché noi respiriamo con i nostri polmoni e se i programmi erano diversi la vità prima o poi cambierà corso e si adeguerà alle nostre scelte. Un 714 si romperà ovunque nel mondo e qualcuno si risintonizzerà su se stesso in maniera imprevista.

 


frase del giorno

scritto da sanfedista il ,10:40

 

 

 

 

par hasard

 

 

 

 

 

 

 


l’imbarco

scritto da sanfedista il ,00:59

Il Silver Fern era un cargo porta rinfusa di categoria cape-size. A differenza delle panamax, che per la loro stazza passano il canale omonimo, la Silver Fern era costretta a doppiare Capo Horn quando dall’Atlantico doveva fare rotta al Pacifico. C’è una vecchia usanza; quando una nave passa Capo Horn, tormentato quasi sempre da mare in burrasca, il faro cileno che presidia lo stretto telegramma alla nave le congratulazioni e gli auguri di buon proseguimento della navigazione. Il fanale è chiamato dai marinai “Faro alla fine del mondo”, di qui la novella di Verne. Pensò a tutte queste cose, quando stringendo in tasca la lettera, salì sulla nave per il suo servizio volontario annuale.

I passi erano spinti da un pensiero che aveva la forza di trenta braccia, un pensiero così assoluto che gli fece tremare la mano spegnendo il cerino per la sigaretta. Ne accese un altro, diede un rapido sguardo all’anonimo porto di Praia da Vitòria e si sentì per un istante sollevato. Dopo tanto tempo trovava senso in una sua azione. Una scelta più è irresponsabile più è semplice. Il difficile è convivere con il sensato, su quel campo si misurano gli uomini. Il metro del giudizio non fa sconti, non ammette elasticità e non è opinabile. Misura. Cifra l’uomo saggio e lo separa dal mancante.

La passerella stabile sotto i suoi piedi l’allontanava dalla terra e dalla saggezza, rendendolo mancante. Sarebbe passato molto, forse troppo, tempo prima che invertendo i passi avrebbe riacquisto la sua dimensione razionale, il controllo sull’istinto. Strusciò nelle mani la carta della lettera, anche quando raggiunse il ponte. Quasi che quel sottile foglio, con il suo rumore, dovesse scandire chiaramente ogni passaggio, ricordandogli il perchè. Nel tempo di internet una lettera è insolita e quindi preziosa, va tenuta con cura e certamente reca in se qualche piccolo segreto, una promessa o una grande delusione.

 

 

 

frase del giorno e motivetto che mi tortura

scritto da sanfedista il 4 maggio 2011,10:34

Nuovi pensieri, per nuove possibilità. Aria fresca.

 

frase del giorno

scritto da sanfedista il 28 aprile 2011,16:15

 

 

 

Contamina il mondo col tuo “io”

 

 

 

 

 

 

 


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E’ arrivato il circo in città

scritto da sanfedista il ,00:41

E al terzo squillo di tromba il fuoco fu eccitante. Un’unica, completa, erezione nucleare. Gli arcangeli dell’apocalisse si manifestavano ballerini. “E’ arrivato il circo in città” urlavano le voci.

Tutti posti di terza fila vista lampi, fiamme ed un ardore insopportabile. Un ardore umido tipico del secondo prima dello scroscio agostano. Quando si aprono le dighe dal cielo superiore e la potenza si manifesta inequivocabile. Piccoli lampi, incerti, già baluginavano da ore all’orizzonte con una perfezione simmetrica naturale. Lucrezio irride Kant.

Frustrazioni etiliche osannavano al cielo e gli altari dell’uomo erano tavolacci con bottiglie di vino di capienza immisurabile. “Avrebbero potuto dissetare un intero treno”. Crepe già traballavano le sedie; una con una gamba in bilico sul buio nulla fremeva, scoppiettando come canapi bagnati e tesissimi.

Il mare denso come i tuoi capelli affogava su se stesso. L’epiglottide dei fondali, serrata, impediva alle onde ogni movimento. Il mare aveva perso il senso di libertà per cui era stato riempito. Un sole giallo stampato su un telone su cui si scontravano gli ultimi esploratori come mosconi su un vetro. Ma senza il caratteristico ticchettio.

E dalle ferite grandinava sangue, sangue di pensieri già pensati e ripensati, raggrumati in obblighi e direttive imprescindibili, im-mo-di-fi-ca-bi-li. “Se il destino trionfa l’uomo è schiavo”.

La velocità sopravvive e investe tutto in urto. Il vento. Il vento si manifestava solo come forza dinamica, violenta, che ti schiaffeggia i polmoni atrofizzati. Tessuti oramai meccanici, privati dalla funzione romantica del soffio della bolla di sapone.

Le mani non affondavano più nella sabbia calda della spiaggia di giugno, che con un solo piccolo gesto un brivido di calore ti cinge materno. Delle mani nella sabbia restavano solo i granelli sotto le unghie.

“E’ arrivato il circo in città”, a squarciagola urlava un bambino. Tutto si placò. E fu solo amore. Di nuovo amore.

 

‘Notte a tutti.

 

Assalto al cielo!

scritto da sanfedista il 27 aprile 2011,09:31

E’ necessario di tanto in tanto provare un assalto al cielo. Fare qualcosa di irrazionale non considerando le conseguenze. Siamo fatti per respirare, sentendo l’aria nei polmoni, non per sospirare.

Io prima di uscire da un casinò ho sempre puntato tutto o sul rosso o sul nero, sempre. Molte volte ho raddoppiato, alcune volte ho perso tutto. Ma è stato il prezzo che ho pagato per il mio piccolo assalto al cielo, e ne è valsa sempre la pena.

Tra l’altro in questo periodo non riesco a non ascoltare la canzone seguente.

 

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Frase del giorno

scritto da sanfedista il 26 aprile 2011,09:43

…Sentinella quanto manca della notte?

– E’ ancora fonda